Condanna a 18 anni per Lucia Helt: passò al figlio la pistola con cui fu ucciso Davide Kari
La Corte d’Assise di Vicenza ha riconosciuto la colpevolezza di Lucia Helt, la nomade sessantenne di Schio accusata di concorso nell’omicidio di Davide Kari e nel tentato omicidio del fratello Vianello Kari, nonchè di ricettazione dell’arma usata nell’agguato che avvenne nei campi di Zanè nel giugno dell’anno scorso. La sentenza è a 18 anni di reclusione, il sostituto procuratore Paolo Fietta ne aveva chiesti 23. L’agguato ai Kari come si ricorderà aveva l’obiettivo di “vendicare” un’onta subita, una bestemmia ai morti della famiglia Helt. Nelle scorse settimane c’era stata l’assoluzione per Davide e Fulvio Helt e il cognato Paradise Kari, presenti al momento del fatto di sangue. Carlo Helt, figlio di Lucia e individuato come esecutore materiale del delitto, come si ricorderà si suicidò in carcere a gennaio dopo essersi costituito qualche settimana prima a Gorizia.
La Corte d’Assise ha escluso per Lucia Helt l’aggravante della premeditazione e dei futili motivi. Nell’ultima udienza la donna a sorpresa aveva confessato, raccontando di aver avuto lei la pistola il giorno della sparatoria, quando si recò dai Kari con i figli e il genero. Ammise anche di aver passato l’arma al figlio perché vendicasse il torto subito.