Il campione olimpico Jacobs scrive ai genitori di Carlo Alberto: “Mi rivedo in lui, ti porto nel cuore”
“Si divertiva come me, un po’ mi rivedo in lui“. E’ questo uno dei passaggi della lettera che Marcell Jacobs, atleta olimpionico italiano vincitore dei 100 metri piani alle Olimpiadi di Tokio la scorsa estate, ha scritto ai genitori del ragazzino morto 48 ore dopo il malore accusato durate una corsa campestre. Anche lui, giovane già padre di tre bambini, è stato profondamente colpito dalla disgrazia.
Si attende proprio in queste ore che venga ufficializzato il giorno dell’addio terreno e quindi del funerale di Carlo Alberto Conte, che aveva solo 12 anni e viveva a Padova città, dive si terrà la cerimonia, probabilmente nella Basilica di Sant’Antonio. Intanto, emerge l’idea di una fondazione a suo nome, e in questo settimana le manifestazioni sportive attive in Veneto osserveranno un minuto di silenzio in sua memoria, in tutta Italia per gli eventi di atletica leggera.
Domenica scorsa, poco prima delle 11, il malore cardiaco improvviso e in differita fatale dopo due giorni di terapia intensiva che ha strappato alla vita il piccolo atleta. Accusato durante una competizione sui 1.000 metri all’aperto che si disputava a Vittorio Veneto, nel Trevigiano. Il 12enne aveva regolarmente ottenuto l’idoneità fisica per l’attività agonistica, tra l’altro di recente, e non aveva mai manifestato particolari problemi di salute. Solo gli esiti dell’autopsia disposta dalla Procura di Padova potranno far luce su quale male occulto possa aver causato una simile tragedia, che ha sconvolto tutto il Veneto.
Compresa la città di Thiene, terra d’origine del padre Massimiliano Conte, che insieme alla moglie Valentina Ometto e alla sorellina Clementina hanno ricevuto queste preziose parole di consolazione da parte un campione che ha dimostrato con una lettera toccante il proprio dolore e la partecipazione al terribile lutto che li ha colpiti. Anche lui, Jacobs, atleta delle Fiamme Oro. “So quanta felicità deve aver provato nel fare quello che faceva sul campo e in pista. Sono vicino e vorrei dare un abbraccio commosso, da genitore di tre figli piccoli, ai genitori e alla sorella minore, a tutti i suoi compagni e alla meravigliosa comunità delle Fiamme Oro, piccoli e grandi, alla quale mi onoro di appartenere. È in questo momento che si deve sentire tutto il nostro calore, non solo oggi ma domani, dopo, quando sarà ancora più difficile accettare l’ingiustizia di quello che è successo. Ciao Carlo Alberto, ti porto nel mio cuore, resti nel cuore di tutti noi“.
Intanto, in questi giorni corredati di messaggi di affetto ad attenuare il dolore per la grave perdita, in casa del giovanissimo atleta è sorta l’idea di creare una fondazione a suo nome. “Voglio un contributo a qualcuno che studi queste morti per salvare altri ragazzini – ha detto Valentina, mamma di Carlo Alberto -. Nessuna mamma deve soffrire quello che sto passando io“.