Individuato e denunciato il camionista tedesco che ha travolto Davide Rebellin. Era recidivo
Sarebbe un autista tedesco il responsabile dell’incidente che ha provocato la morte del campione di ciclismo Davide Reghellin. E’ quanto emerge dalle approfondite indagini dei carabinieri, che nel giro di 48 ore sono arrivati a individuare e denunciare un camionista tedesco di 62 anni, non nuovo (peraltro) a reati come l’omissione di soccorso e la guida in stato di ebrezza nel nostro Paese.
L’uomo, identificato grazie alla collaborazione tra carabinieri e polizia tedesca dopo che intorno a mezzogiorno del 30 novembre ha travolto Rebellin lungo la strada regionale 11 a Montebello Vicentino, è stato individuato e denunciato in Germania, dove peraltro non esiste il reato di omicidio stradale e quindi al momento non potrebbe scattare il suo fermo.
Preziose per la sua individuazione si sono rivelate le dichiarazioni e le foto di alcuni testimoni, così come le telecamere di videosorveglianza presenti in un esercizio della zona.
Lutto nel mondo dello sport: Davide Rebellin travolto e ucciso da un tir. Si cerca l’autista
Le indagini, dopo un primo intervento sul posto da parte dei carabinieri della stazione di Montebello, sono state eseguite dai militari del Reparto operativo del Nucleo investigativo provinciale dell’Arma. Grazie alle riprese del sistema di videosorveglianza di un ristorante nei pressi del luogo dell’incidente, è stato chiaro fin da subito che responsabile dell’investimento era un tir di marca Volvo con targa tedesca. Le testimonianze raccolte fra le persone intervenute in soccorso dell’ex ciclista professionista hanno consentito di accertare che l’uomo si era accorto di aver investito Rebellin, tanto da essere sceso dal tir ed essersi avvicinandosi alla vittima, per poi risalire nella cabina dell’autoarticolato e allontanarsi in tutta fretta. E’ stato anche fotografato da alcune persone che hanno assistito all’incidente.
Gli approfondimenti messi in atto subito dai carabinieri ed effettuati in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate e il Centro di cooperazione delle polizie di Italia, Austria e Slovenia di Thorl-Maglern, hanno consentito poi di accertare che il mezzo risultava di proprietà di un’impresa di spedizioni tedesca, con sede a Recke (nella Renania Settentrionale – Westfalia) e che l’autista era arrivato in Italia lo stesso 30 novembre per carichi di merce, l’ultimo dei quali eseguito nel primo pomeriggio del 30 novembre presso un’azienda internazionale di spedizioni con sede all’Interporto di Verona. Gli accertamenti si sono quindi concentrati qui: è stata acquisita copia della carta d’identità e la foto è stata messa a confronto con quelle scattate sul luogo dell’incidente, consentendo ai militari dell’Arma di identificare con certezza il conducente del mezzo: un uomo di nazionalità tedesca, di 62 anni, fratello peraltro del titolare dell’azienda intestataria dell’autoarticolato.
La polizia tedesca di Steinfurt, in contatto con il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia (Scip) nel tardo pomeriggio di ieri, a poco più di 24 ore dall’accaduto, ha poi riferito, in base alle informazioni assunte dal fratello, che l’autista del tir era ritornato in Germania, dirigendosi prima a Berlino e quindi a Recke.
Il 62enne – a carico del quale si procede ora per omicidio stradale e fuga del conducente – non è nuovo fra l’altro al reato di omissione di soccorso: dal suo certificato penale risulta che nel 2001 aveva patteggiato presso il Tribunale di Foggia una pena per aver appunto violato l’obbligo di fermarsi in caso di incidente con danno a persone. La pena era poi stata dichiarata estinta per decorso del tempo. Successivamente, nel 2014, la polizia stradale di Chieti gli aveva ritirato la patente per guida in stato di ebbrezza.
Ora la Procura – che ha dato incarico a un medico legale affinché venga eseguita l’autopsia sul corpo dello sfortunato campione – sta effettuando i necessari approfondimenti per costruire nel dettaglio la dinamica dell’incidente, ai fini di assumere ulteriori iniziative nei confronti del responsabile dell’investimento.
“Le ininterrotte ricerche e la serrata attività di indagine – commenta il comandante provinciale dei Carabinieri di Vicenza, colonnello Giuseppe Moscati – condotta sotto la guida della locale Procura della Repubblica, hanno consentito ai Carabinieri di Vicenza di dare un volto e un nome al conducente del mezzo pesante, che ha travolto e ucciso Davide Rebellin. Nelle immediatezze del fatto, è stato attivato uno strutturato e capillare sistema di ricerche sia sul campo – attraverso il coordinamento di tutte le centrali operative e i Carabinieri sul territorio, in sinergia con le altre forze dell’ordine – sia all’estero, una volta acclarata l’origine del sospettato, mediante i canali Interpol, di cooperazione internazionale. Da qui ne è derivata una minuziosa ricostruzione dei successivi spostamenti del cittadino tedesco, in viaggio verso il paese di origine. Non sappiamo se ciò basterà ad alleviare il dolore che sta attraversando la comunità locale e italiana tutta, ma rivolgo il ringraziamento a tutti coloro i quali, dalle Istituzioni alla gente comune, hanno sostenuto i Carabinieri nelle ricerche, supportandoli alla veloce individuazione ed identificazione dell’indagato”.