Mucca predata in pieno giorno dai lupi. Coldiretti: “è l’11° capo in una settimana”
L’assalto al bestiame in Altopiano da parte dei predatori dei boschi è ormai una notizia “ordinaria”, vista la successione di denunce delle aziende agroalimentari e d’allevamento delle ultime settimane estive, ma il fatto che l’ultima predazione in ordine di tempo sia avvenuta in pieno giorno a Gallio accresce l’allarme tra chi gestisce stalle e recinti di animali. Lo rende noto Coldiretti Vicenza, che ha raccolto la testimonianza diretta di Mario Rigoni, titolare dell’agriturismo La Casara.
“È la quarta vacca che mi viene assalita dal lupo e questa volta è stata aggredita in pieno giorno, intorno alle 13, a testimoniare che il carnivoro ha cambiato le proprie abitudini e non ha nessun timore a girare indisturbato in pieno giorno, evidentemente consapevole che non ci sono minacce per la sua incolumità né di giorno, né di notte”. Secondo i dati in mano all’associazione che tutela le aziende agricole vicentine si tratta dell’undicesimo capo ucciso nell’ultima settimana.
Nella denuncia presentata dall’allevatore altopianese viene poi descritta nei particolari la predazione avvenuta nei giorni scorsi ai danni. Vittima un manza che pascolava liberamente nell’area dell’agrituristica delimitata con apposita fettuccia elettrificata. Nel frattempo, si apprende di un possibile secondo caso di raid diurno stamattina in Malga Quarto Lotto, in quota a Marcesina. Da parte di Coldiretti si parla ancora una volta di “rabbia e delusione nei confronti delle istituzioni”, esprimendo rammarico per l’inerzia del mondo politico e istituzionale di fronte a quella che viene definita testualmente “una mattanza“.
“Mi chiedo come le nostre istituzioni non si degnino neppure di far visita alle imprese colpite o di fare una telefonata – continua l’imprenditore montano Mario Rigoni dopo aver accettato di esprimere il proprio pensiero sul tema – per dimostrare, almeno, solidarietà e vicinanza per gli importanti danni subiti a livello economico oltre che psicologico per chi ogni giorno si occupa di questi animali. I nostri sono liberi di pascolare in un territorio di 35 mila metri quadrati – prosegue Rigoni – protetto da fettuccia doppia elettrificata. Quando il lupo ha visto i nostri nove cani correre all’interno dell’area ha sfondato la recinzione con una violenza mai vista. Questo episodio ha provocato un trauma ai nostri animali, che ora hanno assunto dei comportamenti diversi rispetto al passato, agitandosi ogni volta che vedono qualcosa che si muove. Ed anche su di noi c’è stato un forte impatto, perché quanto accaduto ci ha segnato. Già non dormiamo di notte per sorvegliare gli animali al pascolo, in questo modo ci siamo resi definitivamente conto che non si può stare tranquilli neppure di giorno”.
Da parte di Coldiretti , sottolineando la forte preoccupazione presente e per il futuro, la rassicurazione ai propri associati di non mollare la presa. “Non possiamo permettere che questa situazione prosegua oltre. Abbiamo manifestato a livello regionale lo scorso 25 luglio e continueremo a far sentire la nostra voce ed a fornire agli allevatori tutto il supporto possibile, ma occorre che le istituzioni e la politica inizino, in concreto, a fare qualcosa per risolvere questo annoso problema”.