Rissa fra minorenni in centro: indagini chiuse senza ulteriori denunce. Genitori collaborativi
La Questura di Vicenza ha chiuso il cerchio sulle indagini del raduno con rissa fra ragazzini avvenuto in centro a Vicenza sabato scorso. I riscontri raccolti hanno infatti consentito di ricostruire un quadro complessivo dell’accaduto e di individuare i responsabili.
La polizia ha identificato con certezza i giovani minorenni che hanno attivamente preso parte alla zuffa seguita al raduno nel pomeriggio di 150 ragazzi e ragazze in piazza Matteotti. I ragazzi, ascoltati in Questura alla presenza dei genitori, non hanno manifestato l’intenzione di voler procedere penalmente e si sono dichiarati rammaricati per l’accaduto.
Sono state anche identificate le persone – sempre minorenni – che hanno pubblicizzato ed alimentato su vari social network un clima di conflitto tra gruppi contrapposti: la polizia li ha diffidati dal ripetere simili azioni in futuro.
L’ufficio di Gabinetto della Questura sottolinea che vi è stato da parte di tutti i genitori un atteggiamento di grande collaborazione e che si sono detti “disposti a risolvere civilmente ed in un clima di sereno dialogo eventuali dissapori sorti nel tempo tra i figli”.
Per la Questura le indagini avrebbero permesso di ipotizzare che cosiddette “bande giovanili” *a cui si è fatto riferimento negli ultimi giorni per semplificare quanto avvenuto sarebbero essenzialmente comitive di ragazzi, spesso minorenni, che evidenziano alcune dinamiche tipiche del mondo giovanile (ad esempio nell’atteggiamento, nell’abbigliamento, nell’esuberanza, nelle modalità di relazionarsi e nell’uso dei social network) e non sarebbero al momento emerse chiare indicazioni rispetto alla commissione di reati.
Negli ultimi giorni, però dal continuo monitoraggio dei citati social network gli agenti hanno appreso che uno dei ragazzi cinvolti aveva in animo di vendicare prossimamente un presunto torto subito (lo smarrimento di un telefono cellulare nel corso della colluttazione di sabato): la polizia su questo ha confermato che continuerà a vigilare, anche coinvolgendo i genitori interessati, affinché non si ripeta quanto già avvenuto.
In ogni caso, quanto emerso durante le indagini è stato riferito all’autorità giudiziaria di Vicenza e al Tribunale per i minorenni di Venezia.