Sit-in dei sanitari davanti al San Bortolo dopo l’aggressione di ieri a una dottoressa del pronto soccorso
Sit-in all’ingresso dell’ospedale San Bortolo di Vicenza questa mattina, dopo che ieri una dottoressa è stata aggredita dal familiare di un paziente in trattamento. La donna ha rischiato lo strangolamento, se non fossero intervenuti immediatamente gli altri sanitari presenti e le forze dell’ordine.
Le aggressioni a medici e infermieri da parte di pazienti e familiari sono in forte crescita: ben 110 quelle avvenute a Vicenza. Una situazione che si è aggravata con la pandemia e che sta degenerando – anche a causa dell’alto numero di soggetti che abusano di alcol e sostanze e delle condizioni di lavoro e conseguenti attese, in particolare proprio nei pronto soccorso.
Così, questa mattina all’ingresso del nosocomio vicentino i camici bianchi sono usciti dai reparti e hanno manifestato il loro disagio. “Nessuna violenza è tollerabile nei luoghi di cura – commenta un comunicato del Consiglio direttivo Obiettivo Ippocrate -. Piena disponibilità al colloquio e al confronto, nessuna tolleranza per atti intimidatori ed aggressioni fisiche o verbali. Aspettiamo una forte presa di posizione da parte di tutte le istituzioni a livello comunale, provinciale, regionale e nazionale”.
Proprio il 12 marzo, tre giorni fa, si è tenuta in tutta Italia la seconda Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari.
Aggressione al San Bortolo: familiare tenta di strangolare una dottoressa del pronto soccorso
Le reazioni della politica
“I nostri medici, infermieri e operatori socio sanitari dell’ospedale di Vicenza sono stati gli eroi della battaglia contro il covid” ha affermato il Sindaco di Vicenza Francesco Rucco, candidato del centrodestra civico per il 2023-2028 e presente al sit-in questa mattina. “Lo ricordiamo tutti benissimo, soprattutto chi come me e come la mia Giunta ha lavorato fianco a fianco alla medicina di base, al personale del San Bortolo e ai vicentini per affrontare per tre anni la più grave emergenza pandemica della storia. Assistere agli episodi come quelli che troppo frequentemente si verificano con atti di violenza e aggressività verso questi eroi è sconcertante. Se già non fosse contro la legge e il buon senso, è un enorme segnale di irriconoscenza verso chi ha messo in gioco la propria vita per difendere quelle degli altri e chi lo fa ogni giorno anche al di là della pandemia. Per questo la mia solidarietà e la mia presenza a sostegno della legittima manifestazione di protesta e di autotutela del personale sanitario dell’Ospedale San Bortolo è una cosa naturale e dovuta. E, come ho già detto e come sarà anche nei prossimi anni, la pandemia ci insegna che come amministrazioni comunali e come sindaci dovremo sempre di più incontrare e confrontarci con medici di base, personale ospedaliero e cittadini per affiancare e aiutare dove necessario la Regione ad assicurare una sanità sempre più di qualità e sempre più sicurezza a chi ce la garantisce”.
Al sit-in era presente anche il candidato del centro sinistra, Giacomo Possamai: “Questa mattina ho partecipato al presidio organizzato dal personale medico e paramedico all’ingresso dell’Ospedale San Bortolo per esprimere affetto e solidarietà alla dottoressa rimasta vittima dell’inammissibile aggressione di ieri al Pronto Soccorso.Abbiamo dimenticato troppo in fretta l’enorme debito di gratitudine che abbiamo maturato nella pandemia verso il nostro personale sanitario: medici, infermieri, operatori. Lo vediamo in tante cose: la mancanza di rispetto che diventa persino pretesa, aggressione, violenza cieca come in questo e in troppi altri casi; ma anche nella costante riduzione degli investimenti sulla sanità pubblica, a tutti i livelli, in un modo preoccupante e miope. Invece dovremmo, come politica e come collettività, coltivare la centralità di queste professioni nel pubblico, e non spingerle alla fuga verso il privato”.