Superstrada Pedemontana, per la Corte dei Conti “manca il rischio di impresa. La Regione risponda”
“Non sono state risolte le criticità segnalate dalla Corte dei Conti con la prima relazione del 30 dicembre 2015”. La magistratura contabile torna sulla Spv, la maxi-arteria (superstrada a pedaggio) che dovrà unire la provincia di Treviso con l’Ovest Vicentino e il cui cantiere nei mesi scorsi è finito più volte sulle cronache: per i mancati pagamenti degli espropri; le proteste dei comitati; i ritardi nei pagamenti dei sotto-appalti alle ditte; in ultima un sostanziale “stop” del vincitore del project financing, il Consorzio Sis, risolto di recente dalla Regione Veneto (il committente) con una manovra regionale che, reintroducendo parzialmente l’addizionale Irpef, ha portato altri 300 milioni di euro nelle casse del privato. La Corte dei Conti torna a chiedere spiegazioni alla Regione con una lettera molto dettagliata che riepiloga le criticità già emerse in passato: “Estrema lentezza dell’iter dell’opera, carenze progettuali, difficoltà inerenti l’esecuzione, determinazione del computo degli espropri, esistenza di clausole convenzionali particolarmente favorevoli per la parte privata (limitative del rischio di impresa), oneri e penali rilevanti per i bilanci pubblici, problemi ambientali, incremento dei costi, carenze di rendicontazione, assenza di monitoraggio dal ministero delle infrastrutture”. Ma soprattutto, la Corte evidenzia 13 criticità ulteriori, di seguito riassunte:
1 – Il ricorso al partenariato pubblico privato non ha portato vantaggi, anzi per i magistrati ha reso precaria la fattibilità dell’opera per la difficoltà del closing finanziario. Inoltre per i giudici è evidente che il rischio di mercato è stato trasferito al concedente (la Regione) in contraddizione con la ratio della “finanza di progetto”.
2 – Stime di traffico: si chiede di dare contezza precisa.
3 – Difficoltà finanziarie: secondo la Corte senza “l’utilizzo di risorse pubbliche per l’avvio dell’opera non si sarebbe giunti al’attuale stato di avanzamento”. Si chiede di conoscere il valore totale delle garanzie a tutela dell’amministrazione regionale in caso di inadempimento contrattuale (polizza fideiussoria)
4 – I magistrati chiedono lumi sugli ulteriori 300 milioni concessi dalla Regione, che portano a 914 milioni il contributo totale: per la Corte introducendo un canone di disponibilità al posto dei pedaggi, riscossi dalla Regione, verrà meno il rischio di impresa per il privato. Ricordando che le stime di traffico furono determinanti nella attribuzione della commessa, la Corte chiede una spiegazione.
5 – Non sarebbe ancora chiara la realizzabilità di molte delle strutture connesse all’opera principale (viabilità di raccordo), non incluse nel costo e che dovranno essere fatte con soldi pubblici.
6 – Il Comune di Breganze sostiene che ai positivi dialoghi avuti con Sis sulle complanari non è seguita risposta dalla gestione commissariale. Si chiedono informazioni.
7 – Un problema simile lo lamenta Povegliano, in provincia di Treviso
8 – Si chiede se le attività di controllo da parte del Ministero delle Infrastrutture siano iniziate
9 – Espropri: secondo la Corte dei Conti a ottobre 2016 risultavano indennità dovute per espropri per 174 milioni di euro, di cui solo 43 già pagati e altri 64 pagabili. Sono stati saldati?
punti 10, 11, 12 13: – Incomprensioni e mancati controlli con il Ministero delle infrastrutture, o indicazioni date dal Ministero dei beni culturali e non seguite.
La Corte chiede all’ente regionale e agli enti interessati di rispondere punto per punto sui rilievi posti, entro il 30 giugno.
La Regione Veneto ha fatto pervenire la propria posizione sul tema. La Giunta infatti ieri ha ribadito quanto segue, in relazione alla lettera della magistratura contabile:
“In relazione alla lettera con cui la sezione centrale di controllo della Corte dei Conti rinnova le richieste di chiarimento sulle criticità già segnalate sulla passata gestione commissariale della Superstrada Pedemontana Veneta e con cui si concede una proroga fino al 30 giugno, la Regione del Veneto conferma che la redazione del documento è in corso di completamento, che i chiarimenti saranno precisi e puntuali per ciascuno degli argomenti trattati e che il materiale sarà inoltrato ben prima di tale data. Nel ribadire la strategicità dell’infrastruttura, indispensabile al sostegno delle economie di alcuni fra i distretti industriali più forti d’Europa, e pertanto la necessità di completare l’arteria nel tempo più breve possibile, la Regione del Veneto ribadisce la totale collaborazione con la Corte dei Conti e di essere come sempre a completa disposizione.”
Ma intanto sul caso intervengono duramente, nei confronti dell’amministrazione regionale guidata da Luca Zaia, il Pd e il Movimento 5 Stelle.
Secondo Andrea Zanoni, consigliere regionale del Pd, “per Zaia, la sua giunta e la maggioranza sono cavoli amari, perché la Zaiatax ed il terzo atto aggiuntivo vengono giudicate dalla Corte dei Conti addirittura passibili di violazione del diritto comunitario – è il commento a caldo – altre omissioni vengono rilevate sulle procedure ambientali relative alle leggi sulle valutazioni degli impatti con il rischio concreto di vedere arrivare addirittura delle procedure di infrazioni comunitarie. Ma ancor più grave è l’accusa del potenziale danno erariale tirato in ballo nella premessa che dovrebbe far tremare più di qualche poltrona. Queste sono tutte questioni che avevamo sollevato in Commissione Ambiente ed in Consiglio ma evidentemente sottovalutate dalla giunta Zaia e dalla sua maggioranza, dovrebbero mettere subito in discussione tutta la manovra e i relativi atti della Zaiatax evitando oneri e rischi per il pubblico.”
Per Enrico Cappelletti, senatore dei 5 Stelle,”è l’ennesimo atto, speriamo la stroncatura definitiva, di una opera pubblica nata male con Galan e gestita peggio con Zaia; un’ opera che sembra essere stata pensata e progettata più per l’interesse di pochi soggetti privati che non per quello dei cittadini. A rafforzare questa convinzione il fatto che Zaia – non avendo argomentazioni per replicare alle osservazioni della Corte – abbia lasciato decorrere il termine di 6 mesi senza proferire parola, in violazione della legge 20/1994. Spietata quest’ultima analisi della Corte, un disastro su tutta la linea. Le gravi osservazioni della Corte a quest’opera – continua il senatore pentastellato – sono anche quelle che porta avanti da anni anche il M5S. Ci affianchiamo dunque alla Corte dei Conti per sollecitare Zaia a rispondere a queste domande: perché la Regione é ricorsa al project financing se vi sono solo svantaggi per il soggetto pubblico? Perché a distanza di sette anni, nonostante il closing finanziario sarebbe dovuto intervenire entro 24 mesi dal contratto definitivo, la regione non ha invocato l’inadempimento contrattuale ed intascato le fideiussioni? Perché si é optato per un radicale mutamento del contratto, in violazione delle norme europee, arrivando a snaturare il rapporto contrattuale originale?”
Infine, sul tema è durissimo il commento dei comitati di espopriati e di residenti contrari alla realizzazione della Spv. L’architetto Massimo Follesa, portavoce del CoVePA, sottolinea che la lettera della Corte “segni il reale stato esplosivo della Spv secondo la soluzione Zaia. Emerge profonda e inaccettabile l’insufficienza della Zaiatax e dei magheggi della giunta. Stando alle domande della Corte dei Conti, la scialuppa trovata dai super avvocati di Luca, è lontana dalle acque tranquille di un porto, anzi sarebbe in piena tempesta perfetta”. Matilde Cortese, portavoce bassanese del CoVePA, rincara la dose asserendo che «Mezzera firma 13 punti pesantissimi, capaci di mettere la pietra tombale sull’aggiudicazione dei bond della Sis dei salernitano-piemontesi. Va infatti tenuto presente che solo semestralmente questi vengono aggiudicati. Dopo la mancanza di adesione al bando di Regione Veneto, per il prestito ponte da parte degli istituti di credito privati nazionali, la prossima asta dei bond appare uno scoglio insuperabile anche se si dovessero appoggiare alla Cassa depositi e prestiti». Elvio Gatto portavoce trevigiano entra nel dettaglio: «Valga per tutti il punto 4 dei rilievi di Mezzera, secondo il quale la soluzione di Zaia sostenuta dalla Lega Nord in consiglio regionale, produrrebbe un esborso in conto esercizio di oltre 7 miliardi e trasformerebbe il contratto in modo da violare i principi comunitari vigenti».