Tentano di rapire un broker milanese: un vicentino e un veronese in manette
Un 47enne vicentino e un 60enne veronese sono stati arresti dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Vicenza, a conclusione di una indagine coordinata dalla procura di Brescia. I due sarebbero responsabili del tentativo di sequestro a scopo di estorsione di un ricco broker milanese.
Gli arresti sono stati effettuati ieri mattina, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Brescia. Si tratta di T. F., 60 anni, imprenditore veronese, e di M. V., 47 anni, vicentino, procacciatore d’affari. I due sono indiziati di aver pianificato ed organizzato il sequestro di un noto promotore finanziario italiano, M. Z., milanese di origine ma stabilmente dimorante in Svizzera, con l’intenzione di tenerlo segregato per costringerlo ad eseguire delle transazioni finanziarie, estero su estero, di ingenti somme di danaro di provenienza illecita.
L’indagine, coordinata sin dai primi istanti dal procuratore aggiunto di Brescia Sandro Raimondi, prende le mosse da una informazione investigativa acquisita dai militari della Compagnia di Valdagno e subito sviluppata dai colleghi del nucleo investigativo di Vicenza. La notizia però era difficile da accreditare, perché non era chiaramente identificato chi fosse la persona nel mirino dei due. Solo successivamente i militari sono riusciti ad identificare la probabile vittima in un facoltoso broker finanziario, con il quale negli anni precedenti T.F. aveva intrattenuto rapporti di affari e investimenti.
Il rapimento, programmato nei minimi dettagli dai due, avrebbe dovuto essere attuato il 1° dicembre 2016 nei pressi del casello autostradale di Brescia Centro, dove il broker sarebbe stato attirato con la scusa di un appuntamento di lavoro. L’idea della banda era di caricarlo a forza a bordo di un furgone. I due non avevano escluso ovviamente anche l’uso della violenza, dal momento che avevano previsto l’utilizzo di strumenti quali un taser, una pistola elettronica.
Il piano però non era andato a buon fine perché, d’intesa con l’autorità giudiziaria, era stato fatto un controllo del mezzo condotto da M.V. – un Renault Master noleggiato a Vicenza – poco prima che avesse luogo l’agguato. Fatto che aveva indotti la banda a rinviare la realizzazione del loro piano criminale ai giorni o settimane successive (nonostante l’imminenza anche del Natale).
Vanificato il primo tentativo di rapimento, i carabinieri hanno proseguito incessantemente nell’attività di indagine, riuscendo a delineare i contorni della vicenda, garantendo però che il progetto criminoso degli indagati non venisse comunque portato a compimento con modalità diverse.
Nel corso delle perquisizioni effettuate con gli arresti i militari del nucleo investigativo hanno rinvenuto un taser, due ricetrasmittenti ed un manganello telescopico, che i militari ritengono avrebbero dovuto essere utilizzati per portare a termine il sequestro. T.F. e M.V., al termine delle formalità di rito, sono stati portati rispettivamente alla casa circondariale di Verona e di Vicenza, a disposizione del giudice che ha emesso i provvedimenti.