Vicenza-Brescia, scontri tra tifoserie. Diversi feriti
Si sapeva che avrebbero potuto esserci problemi nel match di sabato scorso giocato tra Vicenza e Brescia allo stadio Menti, e così purtroppo è stato. Gli ultras bresciani una volta arrivati allo stadio hanno infatti cercato due volte di venire in contatto coi vicentini, arrivando addirittura a sfondare una cancellata sistemata ad hoc per contenerli, causando il ferimento di un bresciano e di alcuni agenti di polizia.
Sugli scontri prima della partita è intervenuto tramite il suo profilo Facebook l’assessore alla Sicurezza di Vicenza, Antonio Marco Dalla Pozza, presente allo stadio. “ Una tifoseria vergognosa quella degli ultrà bresciani, a cui andrebbero imputati i costi di una giornata di follia, nella quale una decina di agenti di polizia sono rimasti feriti e contusi dopo l’abbattimento di un tratto della “gabbia” (e mai termine fu più adatto) davanti alla Curva Nord – ha scritto – ne avevamo già conosciuto la vigliaccheria due anni fa a Brescia, e ne ero stato testimone diretto nell’assalto ai nostri pullman (in quell’occasione i bresciani aggredirono alcune corriere di tifosi vicentini ndr). La speranza ora è che arrivi la giustizia, non solo con i Daspo, nei confronti di chi non merita di girare per l’Italia a creare problemi (e speriamo che anche il campo dia loro la possibilità, l’anno prossimo, di passare le domeniche a Lumezzane e a Salò in avvincenti derby)”.
“Queste mele marce, questi imbecilli – ha rincarato – questi violenti non devono più trovare casa nello sport che amiamo. Abbiamo il diritto di poter andare a vedere la partita portando i nostri figli senza dover temere per la loro incolumità, abbiamo il diritto di vedere questi animali nel posto giusto per loro: dietro alle sbarre. E, se mi è permesso, un pensiero solidale ai tifosi – quelli veri – di Brescia, che vedono l’immagine della squadra e di una città rovinata da questi emeriti cretini”.
Sui tafferugli la Digos sta indagando, dopo aver acquisito i video relativi a quei momenti concitati.