Luca Bizzarri: “I politici, un delirio di onnipotenza”. Domani sera sul palco dell’Astra a Schio

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Giovedì 14 novembre alle 21, salirà sul palco del Teatro Astra di Schio Luca Bizzarri. Il titolo dello spettacolo è “Non hanno un amico”, un titolo che prende il nome del suo podcast, scritto con Ugo Ripamonti  e prodotto da Chora Media e dall’omonimo libro: un format quotidiano di circa sette minuti che si può ascoltare sulle principali piattaforme.

Nel podcast Bizzarri, – 53 anni, genovese, attore, comico e conduttore televisivo italiano, noto principalmente per il duo Luca e Paolo formato con Paolo Kessisoglu – commenta in chiave sarcastica i fatti del giorno, soprattutto di politica, con lo stile inconfondibile che lo contraddistingue da molti anni. L’idea di fondo è mettere a nudo, ridicolozzandola, la comunicazione dei politici e le loro brutte figure, chiedendosi se qualcuno non abbia qualcuno che gli vuol bene che li fermi prima di twittare o a cui chiedere consiglio prima di postare. Il risultato è il meglio del peggio di quello che accade in Italia, ogni giorno. Sul palco domani sera, quindi, le storie s’intreccieranno con l’energia da One Man Show, facendo ridere, sorridere, e lasciandoci lo spazio per qualche riflessione.

Ma Luca Bizzarri, ce l’ha un amico che dia buoni consigli di comunicazione? “Fortunatamente – spiega – qualche amico ce l’ho. Pochi, certo, ma di quelli validi che quando stai per fare una cazzata provano a fermarti prima. Qualcuno non ci riesce, anche perché la cazzata ormai l’ho fatta. Così me lo dice, e….beh, cerco di non farla la prossima volta”.

Politici anche importanti un amico che impedisca loro di fare brutte figure invece, a volta pare proprio che non ce l’abbiano.
“Parlare di quello più famoso sarebbe facile. Però diciamolo lo stesso, Berlusconi, nemmeno lui un amico ce l’aveva, sennò gli avrebbe certo impedito di fare delle cose”.
Neanche Gianni Letta?
“Forse neppure lui era veramente suo amico… Sennò…”.
E perché, uomini brillanti e certamente intelligenti, non hanno quell’amico che li blocca qualche minuto prima?
“Forse per quel delirio di onnipotenza, spesso capita così.”.
Dato lo scenario italiano, il tuo podcast può essere considerato un podcast politico?
“Non nasce per esserlo ma alla fine lo è, perché tutto è politica, come diceva Marco Pannella”.

Se ti dovessi definire in qualche modo, diresti che sei un attore? Un comico? Un clown?
Di lavoro faccio l’attore e certo anche il comico. Ma pagliaccio mi piace, mi ci sento. Sì, sì, sono un pagliaccio”.
Quand’è che ti sei disamorato della politica?
“Non c’è stato un vero e proprio momento, non un evento particolare. E’ stato un processo lento, di quelli che capitano a molti. Progressivamente inizi a realizzare che non puoi cambiare la società, il corso degli eventi e finisci per allontanarti, quasi fisiologicamente”.
Quando hai scoperto che si sarebbe piaciuto stare su un palco?
“Fin da subito, ancor prima di fare teatro”.
Tu sei un solitario ma ti piace stare su un palco – che relazione c’è tra questi due aspetti di te? Che rapporto c’è tra il tuo lavoro e la tua ansia?
“Sono due aspetti che s’intersecano tra loro. Ho bisogno di stare da solo, quanto di stare su un palco. Salire su un palco mi provoca ansia, ma l’ansia scompare quando sono sul palco. Quindi per tenere a bada la mia ansia ho bisogno dello stesso palco che me la crea. Sì, è un gatto che si morde la coda”.

Domanda marzulliana: la vita è teatro o il teatro aiuta a vivere meglio?
“Ma quale meglio, il teatro aiuta a vivere peggio!”.
Luca, intendevo il teatro dal punto di vista degli spettatori…
“Ah, vedi come siamo noi attori (e ride), vediamo tutto solo con la nostra prospettiva. Per loro, meglio direi, almeno spero”.
Perché i genovesi non andrebbero mai via da Genova?
“Non è vero, tanti genovesi vanno via. Io per esempio ho casa a Bologna, però certo poi Genova mi manca, mi manca il mio cane. Comunque a Genova ci vogliono tornare tutti, ma da vecchi. Per il clima, il mare, quelle cose lì, a Genova da vecchi si sta benissimo”.
Ti sono simpatici i genovesi?
“Simpatici? Ma non credo esista neppure in dialetto genovese quella parola. La simpatia non è neppure concepita!”.
Ultima domanda. Hai ancora dei progetti?
“Come ne ho ancora? Certo, tantissimi, ma non te li dico per scaramanzia. Un però sì, lo possi dire: tornerò a fare teatro di prosa, dopo tanti anni”.

Grazie, Luca, e in bocca al lupo per il tuo spettacolo

Paolo Tedeschi