Vicenza Jazz, la musica è tornata. Fresu-Magoni vibrano con i brani di Bowie
La musica è ritornata a Vicenza dopo la pandemia e, signori, che musica!
Il programma di concerti organizzato dal maestro Riccardo Brazzale per l’edizione 2021 del festival Vicenza Jazz, che si è concluso sabato 10 luglio, è stato davvero corposo, toccando ben più delle canoniche cinquanta sfumature di quello che nasce già come un genere vasto e, soprattutto, libero. E se la pandemia ha colpito duramente il settore artistico e musicale, la musica è anche luce e, come dice lo slogan della rassegna di quest’anno, si tratta di una luce al termine della notte.
Venerdì sera, a Parco Querini, tutto questo ed altro ancora è stato perfettamente testimoniato da uno dei concerti più attesi, almeno a giudicare dalla velocità con cui i biglietti erano andati esauriti: quello di Paolo Fresu dedicato alle musiche di David Bowie. Heroes, iconica canzone del Duca Bianco, è un progetto nato da un’idea del Comune toscano di Monsummano Terme, dove nel 1969 Bowie fece, da perfetto sconosciuto, la sua prima apparizione italiana in pubblico, arrivando secondo nel locale concorso canoro; a cinquant’anni di distanza, Monsummano Terme si sentiva quasi in dovere di fare ammenda, e Fresu ha colto al balzo l’occasione per studiare, riarrangiare, sperimentare e interpretare una trentina di pezzi del repertorio di Bowie, assieme ad “una band unica, creata appositamente, con grandi musicisti eclettici e provenienti da esperienze diverse, anche lontane dal jazz”; anche per, ce lo racconta, sentirsi meno inutili durante un periodo in cui molti hanno sofferto. tornare a sentirsi eroi, è questo il segreto per uscire dalla notte.
Il risultato è stato un’ora e mezza di musica immersiva, sospesa tra le note della band e il frinire delle cicale. Un ritorno di “un grande amico di Vicenza Jazz”, come ricorda Brazzale, e come subito sottolinea un bambino in braccio alla madre che gli urla “bentornato!”. Bentornato, Fresu, e bentornata musica, anche se “this is not America, this is Vicenza“, come ci ricorda Petra Magoni, la vocalist del gruppo. Magoni ha una gran voce, a volte forse osa un po’ troppo ed allora ne risultano canzoni come Starman di cui quasi non si intendono certe parti, ma per la maggior parte del tempo è pura poesia, come quando canta una suadente Life On Mars accompagnata solo da chitarra e contrabbasso, o quando duetta con Fresu e gli altri musicisti. Peccato solo che la reazione del pubblico sia un po’ fiacca, forse “un po’ troppo jazz”: “let’s dance“, grida, invitando tutti ad alzarsi, ma c’è solo una persona che lo fa, poi si guarda intorno e, sentendosi sola, torna a sedersi. Dove sono gli “heroes”, verrebbe da chiedersi?
Ma, forse, il pubblico ha solo voglia di gustarsi di nuovo la musica, e tornare nello spazio assieme al maggiore Tom, con una Space Oddity che inizia piano piano in italiano e poi sale di livello con l’innesto dei fiati, il volgersi alla lingua originale, l’ingresso della tastiera dai suoni extraterrestri. Arriva la fine e Fresu ringrazia, in special modo tutte le persone che stanno dietro al mondo dello spettacolo, dagli organizzatori a chi ha montato il palco o sgambetta sullo stesso per spostare cavi e leggii, e dedica lore un bis, il brano che da il nome alla raccolta: Heroes, per tutti gli eroi.
Daniele Binaghi