Dazi, venerdì nero per le Borse: Piazza Affari maglia nera. Bankitalia taglia stime Pil


La tempesta dazi di Donald Trump travolge i mercati mentre aleggia lo spettro della recessione mondiale. E manda al tappeto le Borse di tutti i principali mercati globali che non arrestano la loro caduta. Venerdì nero per Piazza Affari che ha chiuso la seduta con un crollo del 6,53% scivolando a 34.649 punti, azzerando così tutti i guadagni del 2025. L’indice Ftse Mib, complice anche il tonfo dei titoli bancari, ha registrato la peggior performance in Europa. Il Vecchio Continente perde altri 819 miliardi di capitalizzazione. Il dato si somma ai 422 miliardi della vigilia e porta il saldo negativo a oltre 1.241 miliardi in due giorni.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni annuncia un incontro, martedì 8 aprile, tra governo e categorie produttive per parlare dei dazi Usa. Incontro che sarà preceduto da un vertice di governo, lunedì 7 aprile. “La risposta dell’Europa sarà soprattutto politica” dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani che aggiunge: “Le Borse crollano per troppo allarmismo”
Il presidente della Fed Jerome Powell avverte: “Mentre l’incertezza rimane elevata, sta diventando chiaro che gli aumenti tariffari saranno significativamente maggiori del previsto. E’ probabile che lo stesso valga per gli effetti economici, che includeranno un‘inflazione più elevata e una crescita più lenta”
La Banca d’Italia taglia le stime sul Pil “soprattutto” per effetto “dell’inasprimento delle politiche commerciali”: il +0,8% previsto a dicembre scorso per il 2025 cala a +0,6%, mentre per il 2026 la stima di +1,1% scende a 0,8% e nel 2027 da +0,9% a +0,7%.Le stime, si precisa, includono “una prima e parziale valutazione” dei dazi, ma non considerano eventuali ritorsioni né l’evoluzione dei mercati internazionali.
Donald Trump tira dritto, i dazi introdotti dagli Stati Uniti non si toccano. Il presidente americano ribadisce la sua posizione con un post sul social Truth. “I cinesi se la sono giocata male. Sono andati nel panico. L’unica cosa che non possono permettersi di fare”, dice riferendosi in particolare alla decisione del gigante asiatico di imporre tariffe del 34% speculari a quelle adottate da Washington nei confronti di Pechino. Il messaggio indirizzato “ai tanti investitori in arrivo negli Stati Uniti con enormi quantità di denaro” è perentorio: “Le mie politiche non cambieranno mai. E’ un grande momento per diventare più ricchi che mai”.