Dazi Ue sulle auto cinesi, Pechino: “l’Unione europea corregga immediatamente le sue pratiche sbagliate”
Oggi in Puglia si apre il G7 e sebbene non sia all’ordine del giorno, la decisione della Commissione di aumentare dal 17,4% al 38,1% i dazi sulle importazioni di auto elettriche cinesi, sta creando tensione all’interno dell’Ue.
Berlino si dice contraria e chiede alla Commissione di offrire alla Cina un tavolo di confronto: “Non vogliamo una guerra commerciale”. Il ministro dei Trasporti Volker Wissing ritiene che i veicoli debbano “diventare più economici attraverso una maggiore concorrenza, mercati aperti e condizioni di localizzazione significativamente migliori nell’Ue, non attraverso guerre commerciali e compartimentazione del mercato”.
Favorevole invece il governo italiano. Per il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso, occorrono “misure commerciali che tutelino il mercato europeo dalla concorrenza sleale. Quindi saluto con soddisfazione l’annuncio che la Commissione, sull’introduzione di dazi sull’ingresso di auto elettriche cinesi in Europa per tutelare la produzione europea, nella piena consapevolezza che abbiamo anche noi la possibilità di riaffermare l’Italia, con l’industria automobilistica italiana come uno dei settori trainanti dello sviluppo industriale del nostro Paese a cui non vogliamo rinunciare assolutamente”. “Non vogliamo rinunciare alla possibilità di rafforzare l’industria italiana delle Auto”, ha aggiunto il ministro.
A stretto giro la reazione di Pechino. Il portavoce del ministero del Commercio He Yadong, nel corso del briefing settimanale, ha fatto sapere che la Cina si riserva il diritto di ricorrere al Wto, impugnando i dazi europei a carico dell’import di veicoli elettrici “made in China”. Il ministero del Commercio cinese ha quindi esortato l’Unione europea “a correggere immediatamente le sue pratiche sbagliate e ad affrontare le frizioni economiche e commerciali” con “il dialogo”. Anche la Camera di commercio cinese presso l’Ue ha espresso “il suo shock”, ma anche “la sua profonda delusione” nonché “preoccupazione per il fatto che la mossa Ue possa intensificare gli attriti commerciali tra la Cina e l’Unione”.
I paesi che spingono verso una mediazione sono: Germania, Svezia e Ungheria. Secondo il presidente di Osservatorio Asia Romeo Orlandi il rischio di ritorsione e di una guerra commerciale non è improbabili, ma ritiene che ci sia anche spazio per una trattativa: “perché le tariffe si applicano dal 4 luglio e la commissione ha detto che c’è margine per mediare”.
Stellantis boccia i dazi: “No a misure che aumentano la frammentazione”. ”In quanto industria globale, Stellantis crede nella concorrenza libera e leale in un ambiente commerciale mondiale e non sostiene misure che contribuiscono alla frammentazione del mondo”, fa sapere in una nota un portavoce di Stellantis a proposito dell’istituzione di dazi compensativi della Ue sui veicoli elettrici cinesi.
Conftrasporto-Confcommercio ha invece accolto con favore la decisione. In particolare il presidente Pasquale Russo plaude all’istituzione di dazi compensativi da parte dell’Unione Europea sui veicoli elettrici cinesi: “Bene l’Ue su questo tema . La decisione di applicare dazi dal 17% al 38% non può che trovarci d’accordo poiché tutela la filiera europea e limita il pericolo dell’invasione delle produzioni cinesi, che presentano rischi e livelli di qualità ben diversi da quelli comunitari”. “Tra l’altro seguiamo l’esempio di altri grandi Paesi, come gli Usa, per arginare un fenomeno che potrebbe rivelarsi dannoso e, contemporaneamente, per sostenere la qualità della produzione europea”, ha concluso Russo.