Gas, nuovo record a 315 euro. Aumenti su tutto: a rischio circa 120mila imprese
Questa mattina ad Amsterdam il prezzo del gas ha visto una nuova impennata arrivando a toccare 315 euro al megawattora, poi si è assestato a quota 310. Un aumento dell’8% che ha portato i prezzi dell’energia in tutta Europa a livelli mai vista prima. Schizzano quindi i costi per tutto dallo zinco all’alluminio ai fertilizzanti.
Ieri il prezzo aveva raggiunto i 302 euro al megawattora per poi stabilizzarsi sotto quota 290. Secondo gli esperti a far aumentare di così tanto le quotazioni è il timore per i nuovi lavori di manutenzione del gasdotto Nord Stream 1: da programma lo stop dovrebbe durare solo tre giorni, ma non si esclude che i lavori possano in qualche modo essere protratti molto più a lungo. Inoltre il gasdotto americano Freeport Lng ha posticipato a metà novembre la data di riavvio e quindi i Paesi che stanno cercando alternative al gas russo si trovano in difficoltà. Tra quelli che avranno maggiori problemi ci sono l’Italia e la Germania.
Intanto i ministri dell’Energia dell’Unione hanno confermato di essere concordi su un taglio del gas del 15% il prossimo inverno, prevedendo però deroghe per gli Stati in situazioni particolari. Tra i Paesi che dovranno tagliare meno gas c’è anche l’Italia: “Con i numeri e le regole stabilite dall’Ue noi dovremmo risparmiare circa il 7% rispetto alla media ponderata annuale degli ultimi cinque anni”, ha dichiarato il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani.
Confcommercio-Imprese per l’Italia stima che il caro energia e un’inflazione prossima all’8%, per quasi l’80% dovuta proprio all’impennata dei prezzi delle materie prime, mette a rischio da qui ai primi sei mesi del 2023 circa 120mila imprese del terziario di mercato e 370mila posti di lavoro. La spesa in energia per i comparti del terziario nel 2022 ammonterà a 33 miliardi, il triplo rispetto al 2021 e più del doppio rispetto al 2019.