Guerra dei dazi, la Cina tassa i beni americani
Alla provocazione di Washington ha risposto Pechino. La guerra dei dazi sembra essere appena cominciata. Quasi una partita a scacchi, in cui si aspettano le mosse dell’avversario. Ed ora la mossa l’ha fatta la Cina.
Dal primo giugno, dazi maggiorati su alcuni prodotti americani, per un totale di circa 60 miliardi di dollari. L’annuncio è arrivato tramite una nota del ministero del Commercio cinese, dopo un accordo trovato all’interno della Commissione sulle tariffe doganali del Consiglio di Stato.
Questa è stata la risposta alla decisione degli Stati Uniti di portare i dazi dal 10% al 25% sull’import di 200 miliardi di dollari di beni Made in China, minacciando anche nuovi provvedimenti per ulteriori 325 miliardi. Pechino motiva la scelta dicendo che “la Cina deve adeguare le tariffe su alcuni beni importati dagli Stati Uniti”.La lista dei beni colpiti dal provvedimento conta 2.493 prodotti.
E se Trump aveva invitato il governo asiatico a evitare ritorsioni dopo l’aumento dei dazi per i beni importati dal paese a stelle e strisce, dall’esecutivo di Pechino arriva la conferma che la decisione è una risposta all’iniziativa statunitense. Una risposta all’unilateralismo e al protezionismo.
La reazione dei mercati finanziari è stata immediata, visto che l’annuncio del Governo Cinese è arrivato poco prima che aprisse Wall Street, che infatti ha cominciato le contrattazioni con un segno meno. L’indice high-tech del Nasdaq, condizionato in particolare dalla caduta di Apple (-5,80%), è in caduta del 2,98%, mentre il Dow JonesIndustrial è in rosso del 2,21%.
Anche sui mercati europei, segno negativo: la chiusura peggiore è quella di Francoforte con un -1,6%, mentre Piazza Affari perde l’1,3%.
Nello spiegare la decisione, la Cina ha auspicato che la parte americana torni alle consultazioni con sforzi congiunti nella stessa direzione, “al fine di raggiungere un accordo reciprocamente vantaggioso sulla base del rispetto”.