La Bce taglia i tassi di 25 punti, Tajani: “Troppo poco. Mi aspettavo una scelta più coraggiosa”
L’annuncio tanto atteso è finalmente arrivato. La Bce ha confermato il taglio dei tassi d’interesse di 25 punti base. Di conseguenza quello sui depositi passa dal 3,75% al 3,50%, mentre quello sui rifinanziamenti principali, per l’aggiustamento tecnico causato dal nuovo quadro operativo, scende al 3,65% dal 4,25% precedente. Per lo stesso motivo il tasso sui prestiti marginali passa dal 4,50%, al 3,90%.
La notizia ha subito dato slancio alle Borse di tutto il mondo, con listini brillanti in Asia e nel Pacifico e per la maggior parte dell’Europa. Tuttavia la presidente della Bce Christine Lagarde in conferenza stampa, dopo la riunione del Consiglio direttivo che ha tagliato i tassi, precisa: la Banca Centrale Europea “resta determinata ad assicurare il ritorno dell’inflazione all’obiettivo (del 2%, ndr.) in modo tempestivo”: per questo “manterremo i tassi a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario a questo scopo”.
Su altri tagli in futuro la Lagarde non si sbottona: “Mi affido allo spagnolo e dico: ‘que sera, sera’“. “Continuiamo a essere guidati dai dati, non ci fissiamo su un singolo dato. E non ci vincoliamo a un percorso prefissato sui tassi”, ha aggiunto Lagarde.
La Bce conferma la sua stima sull’inflazione nell’area euro per il 2024: Francoforte ipotizza un’inflazione al 2,5% come indicato a giugno. Per il 2025 le previsioni parlano di un 2,2% e di un 1,9% per il 2026. In un comunicato, la Bce spiega che l’inflazione “dovrebbe tornare ad aumentare nell’ultima parte di quest’anno, anche perché i precedenti bruschi ribassi dei prezzi dell’energia non incideranno più sui tassi calcolati sui dodici mesi”, e poi “diminuire fino a raggiungere il nostro obiettivo nella seconda metà del prossimo anno”.
Del taglio dei tassi beneficiano anche i mutui variabili. Con il taglio dello 0,25% ai e il conseguente calo dell’Eurobor, la rata di un mutuo medio variabile italiano potrebbe calare di circa 18 euro, secondo uno studio di Facile.it, secondo cui i mutuatari dovrebbero aver già visto un alleggerimento della rata di settembre di circa 12 euro. Inoltre se le stime di mercato venissero confermate, entro la metà del 2025, si potrebbe toccare un calo di circa 85 euro. Ancora troppo poco comunque per rendere il tasso variabile più vantaggioso rispetto a quello fisso.
Leggermente al ribasso le stime di crescita. Per l’Eurotower il Pil segnerà +0,8% nel 2024, +1,3% nel 2025 e +1,5% nel 2026, “principalmente per effetto del minore contributo della domanda interna nei prossimi trimestri”. Le condizioni di finanziamento “rimangono restrittive e l’attività economica resta contenuta, di riflesso alla debolezza dei consumi privati e degli investimenti”, scrive la Bce.
Le parole del vicepremier Antonio Tajani: “Mi aspettavo una scelta più coraggiosa da parte della Bce, 0,25 è troppo poco. Dobbiamo puntare sulla crescita e l’inflazione è in calo. La Bce deve poter fare di più. Credo che si debba modificare il Trattato che istituisce la Bce che non può essere solo guardiana dell’inflazione, deve poter governare la moneta per sostenere la crescita”.