UE verso il salario minimo garantito. Il 7 giugno è il Tax Freedom Day
Il salario minimo garantito potrebbe presto diventare una realtà. I paesi dell’Unione Europea sono ad un passo dall’accordo sulla direttiva che punta a istituire un quadro per fissare salari minimi adeguati ed equi rispettando le diverse impostazioni nazionali dei Ventisette e a rafforzare la contrattazione collettiva. I negoziati tra le parti Europee, e cioè Commissione, Parlamento e e Consiglio, prenderanno il via lunedì a Strasburgo, a margine della Plenaria del Parlamento Europeo.
Contrario al salario minimo il Ministro della Pubblica Amministrazione Brunetta che dice: “Il salario minimo per legge non va bene perché è contro la nostra storia culturale di relazioni industriali. Non buttiamo il bambino con l’acqua sporca e valorizziamo le nostre relazioni industriali. Il salario non può essere moderato ma deve corrispondere alla produttività”.
Il commissario europeo agli affari economici Paolo Gentiloni, invece, benedice il salario minimo come indispensabile. L’ex premier afferma: “il tema della perdita del potere d’acquisto degli stipendi e dell’aumento delle diseguaglianze non può essere ignorato. Bisogna garantire diritti ai lavoratori delle piattaforme digitali e alzare le tasse alle grandi multinazionali che escono vincitrici dalle crisi di questi anni, dalla pandemia e alla guerra”.
Intanto la data da segnare sul calendario per gli italiani è il 7 giugno, quando scatterà il “Tax Freedom Day”: in pratica, da quella data gli italiani cominceranno a lavorare per loro stessi e non più per pagare le tasse. La data è stabilita dalla Cgia che spiega: “Rispetto al 2021, l’appuntamento arriva un giorno prima. Dopo poco più di cinque mesi dall’inizio dell’anno, praticamente dopo 157 giorni lavorativi, lunedì il contribuente medio finisce di lavorare per i versamenti fiscali (Irpef, Imu, Iva, Tari, addizionali, Irap, Ires, contributi previdenziali) e martedì comincia a guadagnare per sè”. In Italia il peso fiscale è del 43,5%.