Assegno di Inclusione, respinta una domanda su quattro
L’Assegno di Inclusione che ha praticamente sostituito il Reddito di Cittadinanza giunge al suo primo mese di operatività. Introdotto dal governo Meloni, prevede un’indennità mensile per i nuclei privi di reddito da lavoro che versano in difficoltà economiche.
Rispetto al Reddito di cittadinanza, i requisiti sono più stringenti e prevedono la presenza all’interno dei nuclei di soggetti non occupabili, come anziani over 59, minori o disabili.
L’Inps mostra differenze a livello regionale: delle 287mila domande accettate, sulle 446mila inoltrate a livello nazionale, il 53,7% trova riscontro nei residenti tra Campania e Sicilia. Nello specifico, secondo i dati dell’Istituto di previdenza la Campania risulta la prima Regione con 83.355 carte Adi emesse, seguita dalla Sicilia con 71.311. L‘erogazione dell’Assegno di inclusione sembra poi non seguire il criterio della densità abitativa. In Lombardia, ad esempio, che con oltre 10 milioni di abitanti si conferma la Regione più popolosa, l’Assegno ha interessato solo 12.304 nuclei, il 4,2%. Nell’intero Nord sono stati emessi nella prima tornata 33.261 Assegni di inclusione, pari all’11,56% del totale. Le Regioni dove circolano meno indennità di questo tipo sono la Valle d’Aosta e il Trentino Alto Adige. Situazione analoga nel Centro Italia dove sono arrivati 29.982 Assegni di inclusione pari al 10,42% del totale. Il Lazio si colloca tra le Regioni dove sono state emesse più carte Adi: 21.246 appena dietro alla Puglia (27.628).
L’Inps evidenzia come circa una domanda su quattro per ottenere l’Adi è stata respinta per mancanza di requisiti. Il Governo ipotizza una platea a regime di circa 700mila famiglie che potranno beneficiare della misura. Per gli inoccupati in grado di lavorare da settembre è attivo invece il Supporto per la formazione e il lavoro.