Banche, arriva la tassa sugli extraprofitti. Tajani: “provvedimento a protezione delle famiglie”
Ha subito mandato giù le borse in avvio di giornata la notizia che il governo ha approvato un Dl che prevede una tassa sugli extraprofitti delle banche. La misura è stata approvata in serata suscitando sorpresa visto che non se ne era fatta menzione nell’ordine del giorno diffuso nel primo pomeriggio, ma soprattutto alla luce delle rassicurazioni arrivate due mesi fa dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che aveva escluso un lavor0 del governo in tal senso.
A confermare la decisione in conferenza stampa è stato invece Matteo Salvini. Il vicepremier ha annunciato che il governo imporrà sulle banche una tassa sugli “extraprofitti”, cioè i maggiori introiti guadagnati per via dell’aumento dei tassi di interesse su mutui e prestiti, attribuiti in gran parte ai tentativi della Banca Centrale europea di fermare l’inflazione.
Di sicuro a restare sorprese sono stati gli istituti di credito: “Non sapeva nulla l’Associazione delle banche, né i grandi banchieri, né tantomeno importanti esponenti della maggioranza», scrivono Francesco Olivo e Alessandro Barbera sulla Stampa.
Tuttavia maggioranza e opposizione sembrano concordi sulla bontà della misura adottata. “Non è una misura contro le banche – rassicura il ministro Antonio Tajani – ma un provvedimento a protezione delle famiglie e di tutti quei soggetti che si sono trovati in difficoltà per il pagamento dei mutui”.
La tassazione secondo il ‘Sole 24 Ore’. Secondo il quotidiano economico, verranno tassati al 40 per cento sia la differenza degli interessi “tra l’esercizio 2021 e 2022 eccedente il 3%”, sia «l’eccedenza del 6% maturata tra il 2021 e il 2023». La tassa non potrà superare il 25 per cento del patrimonio netto della banca alla chiusura del proprio bilancio nel 2022, e dovrà essere pagata entro il 30 giugno 2024, quindi tra meno di un anno. Secondo ‘La Stampa’, il governo si aspetta di ricavare dalla tassa almeno tre miliardi di euro.
Dove andranno a finire i soldi della tassazione? Non è ancora chiaro. Lunedì in conferenza stampa Matteo Salvini si è mantenuto vago. Secondo il ‘Corriere della Sera’ una parte dei soldi potrebbero essere utilizzati dal governo per finanziare la riforma dell’Irpef, ossia l’imposta sul reddito delle persone fisiche, che lo stato esige da chiunque percepisca un reddito sopra una certa soglia. Della riforma si parla ormai da mesi, e una versione definitiva potrebbe arrivare dopo l’estate.