Bce: Italia rischia dietrofront sulle riforme delle pensioni
La Banca Centrale Europea nel Bollettino economico, in un articolo dedicato all’invecchiamento della popolazione e ai costi previdenziali, rende noto che in alcuni paesi (ad esempio in Italia e in Spagna) è elevato il rischio che si compiano passi indietro rispetto alle riforme pensionistiche precedentemente adottate.
“In diversi paesi con livelli già elevati di debito pubblico (come l’Italia) sono necessari ulteriori sforzi di riforma volti a ridurre il previsto aumento della spesa connessa all’invecchiamento demografico“. Questo quanto si legge nel bollettino della Bce, che specifica che in un tale contesto sarà importante che i paesi intraprendano azioni politiche risolute e incrementino gli sforzi di riforme strutturali in ambiti quali pensioni, sanità e assistenza di lungo periodo.
In generale l’Eurotower fa sapere che nell’Eurozona la crescita economica rimane solida e generalizzata nei diversi paesi e settori, sebbene i dati e gli indicatori recenti si siano mostrati più deboli rispetto alle attese. Nel primo trimestre del 2018 “la crescita del PIL in termini reali si è attenuata sul periodo precedente, collocandosi allo 0,4 per cento, dopo lo 0,7 per cento dei trimestri precedenti. “Gli ultimi indicatori economici e i risultati delle indagini congiunturali sono più modesti, ma restano coerenti con il perdurare di una crescita solida e generalizzata dell’economia” scrive la Bce nel bollettino economico, spiegando che “il rallentamento della crescita nel corso del primo trimestre è stato relativamente generalizzato” per via soprattutto del calo delle esportazioni”.
La decelerazione della crescita osservata tra l’ultimo trimestre dell’anno scorso e il primo trimestre del 2018 ha interessato la maggior parte dei paesi dell’Eurozona, con le uniche eccezioni di Spagna e Italia, in cui i tassi di crescita sono rimasti sostanzialmente stabili tra i due trimestri.
Per quanto riguarda invece l’applicazione di ulteriori dazi europei sui prodotti americani è prevista nel breve periodo una ripresa dell’espansione economica mondiale, ma l’applicazione di tariffe commerciali più elevate rappresenta un rischio per le prospettive.