Covid-19, allarme Upb: calo del Pil mai visto. Esplode la cassa integrazione
“Uno shock senza precedenti”. Sono poco rassicuranti le stime dell’Upb sui primi effetti dell’impatto del coronavirus sul nostro Paese. Per l’Italia si prefigura, infatti, per la prima metà dell’anno un calo dell’attività economica di intensità eccezionale, mai registrato nella storia della Repubblica”: “nell’insieme dei primi due trimestri” 2020 il Pil “si ridurrebbe cumulativamente di circa quindici punti percentuali”.
Così l’Ufficio parlamentare di bilancio ella nota congiunturale di aprile. ”Nell’ipotesi di un regresso dell’epidemia – si sottolinea – l’attività tornerebbe ad espandersi nel trimestre estivo'” ma ”tali stime risentono di un’incertezza estremamente elevata, quindi vanno interpretate con la massima cautela”.
“La fase ciclica dell’economia italiana, complessivamente stagnante lo scorso anno – sottolinea ancora l’Upb – si era già deteriorata nell’ultimo trimestre del 2019. La rapida diffusione dell’emergenza sanitaria, a partire dalla fine di febbraio, ha cambiato il quadro congiunturale con una velocità e un’intensità senza precedenti in tempi di pace”. “L’incertezza di famiglie e imprese – inoltre – continua ad aumentare: l’indice Upb nel primo trimestre dell’anno è decisamente peggiorato”.
Una crisi, quella documentata dall’Upb, che ha fortissime ripercussioni anche sulla richiesta di ammortizzatori sociali. “Si stima, per la sola parte relativa alle richieste cig, che il numero complessivo di ore autorizzate possa essere ampiamente superiore, anche triplo, rispetto ai valori massimi storicamente osservati su base mensile dalla crisi finanziaria del 2009.
L’Upb ricorda che le informazioni diffuse dall’Inps indicano che le richieste per la cig con causale covid 19 pervenute fino al 10 aprile riguardano circa 2,9 milioni di lavoratori mentre le istanze relative all’assegno ordinario coinvolgono circa 1,7 milioni di beneficiari.