Il Cdm approva il nuovo Def 2025. Giorgetti: “Adozione in situazione complessa”

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Via libera al nuovo Def 2025 da parte del Consiglio dei Ministri. Si tratta del primo documento dell’anno sull’andamento dei conti pubblici e il primo anche a cambiare nome, visto che il Def da quest’anno dopo un passaggio normativo diventerà Dfp, Documento di finanza pubblica.

“Questo Def viene adottato in una situazione molto complessa sotto l’aspetto economico globale, tutto ciò rende molte complicate e difficili le previsioni di lungo ma anche quelle di medio termine”, ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in conferenza stampa.

Intanto si sa che il deficit sarà al “3,3% nel 2025 al 2,8% nel 2026 e al 2,6% nel 2027”. Lo ha chiarito il ministro Giorgetti, spiegando che “L’effetto di cassa dei crediti del superbonus tenderà a sgonfiarsi, anche il piano di traiettoria in base alla nuova governance europea risulta rispettato”. Per il ministro dell’Economia “la spesa per la difesa in questo momento mantiene l’orientamento e l’andamento originario, riteniamo in base ai nostri criteri di contabilizzazione che eventualmente saranno discusse in sede Nato, di essere in linea con la richiesta del 2%”.  “L’aumentare delle spese per la difesa chieste da Commissione e Nato implicherà di fare delle scelte che in questo momento non si ritiene di adottare e saranno fatte nei tempi prescritti”, ha proseguito Giorgetti.

Non poteva mancare un accenno alla questione dazi. “Non bisogna farsi prendere dalla frenesia, questo vale sia per le spese sulla difesa sia sui dazi”, ha detto Giorgetti prendendo atto “di questa iniziativa di Trump, che apprezzo, era quello su cui al G7 di Città del Capo avevamo chiesto si orientasse la nuova amministrazione americana. Bisogna capire gli impatti diretti, bisogna ragionare a mente fredda. Bisogna essere molto chirurgici per essere anche molto efficaci”.