Istat: triplicano i poveri in Italia. Al Sud il 72,8% dei giovani, a casa con i genitori
Triplicano i poveri in Italia. Secondo il rapporto annuale dell’Istat si è passati da 1,9 di individui in povertà assoluta del 2005 ai 5,6 milioni del 2021. Le famiglie che si trovano in stato di indigenza sono invece raddoppiate da 800 milioni a 1,96. Sempre secondo il rapporto, quasi un milione di dipendenti del settore privato percepiscono per il loro lavoro meno di 8,41 euro all’ora e una retribuzione totale al di sotto di 12mila euro l’anno.
Secondo l’Istat si evidenzia inoltre una differenza di tempistiche tra Nord e Sud. Mentre al Settentrione “la crescita della povertà assoluta è stata molto accentuata nel 2020: l’incidenza tra gli individui è aumentata di 2,5 punti percentuali rispetto al 2019, raggiungendo il 9,3% (quattro volte il valore del 2005); nel Mezzogiorno, invece, un aumento marcato si osserva tra il 2011 e il 2013, quando si è passati dal 6,1 al 10,6%, e un ulteriore incremento si è registrato nel 2017. Nel 2021, il Nord mostra segnali di miglioramento, mentre nel Mezzogiorno si raggiunge il punto più alto della serie (12,1%)”.
Differenze si registrano anche tra le diverse tipologie di nuclei familiari. Ad esempio la povertà è diminuita tra gli anziani soli, mentre risulta sostanzialmente stabile tra le coppie di anziani, è invece fortemente cresciuta tra le coppie con figli. Nel 2021, livelli particolarmente critici sono stati raggiunti per le famiglie con tre o più figli minori, tra le quali risulta povera una famiglia su cinque.
Per quanto riguarda le famiglie con stranieri, i dati sono disponibili solo a partire dal 2014, ma evidenziamo comunque situazioni molto critiche. Le situazioni di povertà assoluta sono cinque volte più numerose di quelle delle famiglie di soli italiani che dal 2016 oscillano intorno al 25%.
L’Istat ha poi verificato che nel 2021 sono circa 7 milioni i giovani di 18-34 anni che vivono in casa con i genitori (il 67,6%). Rispetto al 2019, ovvero prima della pandemia, c’è stato un aumento di 3,3 punti. Si tratta di un dato ben al di sopra della media Ue che è di un giovane su 2.
Il Mezzogiorno registra il dato più elevato. In quest’area del Paese sono relativamente di più i giovani che vivono con i genitori (il 72,8% contro il 63,7% del Nord e il 67% del Centro) ed è alta l’incidenza di coloro che si dichiarano disoccupati, ovvero il 35%, mentre al Nord il dato si attesta al 17%.