Italiani pronti ad andare in vacanza, ma con prudenza: il 93,3% resta nel Paese. Preferiti mare ed hotel
Italiani pronti ad andare in vacanza ma con prudenza. Il 93,3% secondo Federalberghi, rimarrà infatti in Italia, per un totale di 30,1 milioni di persone. Il mare resta la meta preferita, anche se in leggera flessione rispetto allo scorso anno (75% contro il precedente 77), seguito dalla montagna (9,7%).
La sensazione di ripresa non si avverte ancora invece nelle città d’arte e nelle altre località che costituiscono la meta tradizionale dei turisti stranieri. Nei primi mesi del 2021 a Venezia, Roma e Firenze il tasso di occupazione delle camere è crollato di oltre il 70% rispetto al 2019.
Gli italiani insomma anche se non vanno all’estero, non rinunciano al meritato riposo, tanto che, secondo l’indagine di Federalberghi sull’estate 2021, circa il 54,5% della popolazione, ovvero 32,5 milioni di persone, tra maggiorenni e minorenni, ha già trascorso un periodo di vacanza nel mese di giugno o si appresta a farla nei prossimi mesi, settembre compreso.
Inoltre gli italiani privilegiano comodità e relax, tanto che l’88,8% preferisce il soggiorno in hotel piuttosto che in case private. È il dato, rilevato da Sociometrica.
Federalberghi: “La fotografia del movimento degli italiani per l’estate 2021 lascia pensare che la ripartenza del settore si stia facendo più concreta e che la macchina turistica sia pronta a rimettere in moto gli ingranaggi, anche se i numeri sono lontani dai livelli ai quali eravamo abituati prima della pandemia. Le nuove norme sul green pass creano incertezze in una stagione già in corso”.
Bernabò Bocca: “la ripresa è una buona notizia”. Così ha commentato il report il n.1 del albergatori “e questo è un passaggio essenziale che ci dà la misura di quanto sia stata significativa la campagna vaccinale messa in atto dal nostro Governo in modo radicale. Con la percentuale sempre crescente di vaccinati, la paura di nuovi contagi sembra infatti diminuire rispetto allo scorso anno, malgrado il manifestarsi delle nuove varianti”.
I timori. “Tuttavia – continua Bocca in un comunicato – le ultime norme sul green pass, hanno generato qualche incertezza che potrebbe ripercuotersi sull’andamento della stagione in corso. A fronte di queste impreviste restrizioni che prevederebbero il controllo della certificazione verde nei ristoranti interni all’hotel anche per gli alloggiati, si teme che vi possano essere cancellazioni.
Nella valutazione di una possibile ripresa, è importante notare che la durata media della vacanza principale degli italiani si attesta sulle 10 notti rispetto alle 9 del 2020 e conseguentemente la spesa pro capite raggiunge gli 876 euro, contro i 673 euro dello scorso anno.
“Gli italiani in sostanza – sottolinea Bocca – stanno tornando a ragionare per sé e per la propria famiglia in termini di vacanze più lunghe. La maggior parte di coloro che si negheranno una vacanza invece, lo farà principalmente per motivi economici. Questo è un dato che non avremmo mai voluto rilevare”.