L’annuncio di Ubi Banca: 1.569 esuberi entro il 2020
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L’ aggiornamento del piano industriale di Ubi Banca parla chiaro: dopo l’incorporazione dei tre istituti mandati in risoluzione alla fine del 2015 e acquistati per un euro simbolico, l’istituto prevede da qui al 2020 la chiusura di quasi centocinquanta filiali e l’uscita di circa 1.600 risorse.
Nel dettagli Ubi Banca la banca vuole ridurre di circa 200 milioni gli oneri operativi di Banca Marche, Banca Etruria e Carichieti attraverso una contrazione dell’organico di 1.569 risorse, ovvero il -32% rispetto al 2016, il taglio di 140 filiali e l’ottimizzazione delle altre spese amministrative.
A un anno e mezzo di distanza dalla complessa e contestata operazione, che ha portato alla nota perdita di denaro da parte dei risparmiatori/obbligazionisti, per i quali si è corsi ai ripari attraverso il ristoro forfettario o arbitrale, la cessione delle prime tre good bank è finalmente andata in porto, per la quarta dovrebbe essere questione di giorni.
L’aggiornamento del piano di Ubi prevede a livello di gruppo l’uscita di circa 4 mila risorse, di cui 2.170 con accesso al fondo di solidarietà e l’ingresso di circa 900 persone in arco di piano, che si aggiungono alle circa 200 risorse assunte nella seconda parte del 2016.
Complessivamente è previsto un “forte ricambio generazionale” con un saldo negativo, tra ingressi e uscite, di “circa 3.000 risorse”. Anche grazie a queste nuove operazioni il Piano Industriale 2017-2020 stima un utile netto per il gruppo Ubi allargato in crescita a 919 milioni nel 2019 e a 1.117 milioni nel 2020.