L’Italia preoccupa l’Ue: la manovra del Governo e lo stop delle riforme rallentano l’economia
Il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis presentando i Country Reports, ha sottolineato che la preoccupazione per l’Italia resta soprattutto perché il debito non scende a causa dei piani economici deboli del Governo, in generale lo slancio delle riforme si è fermato”. La situazione italiana è “preoccupante”, e il nostro messaggio è “noto e forte: deve migliorare le sue finanze pubbliche, l’efficienza della pubblica amministrazione e del sistema giudiziario, e rafforzare il sistema finanziario”, ha aggiunto il commissario agli affari economici Pierre Moscovici.
“In un rallentamento generale nell’area dell’euro, l’ economia italiana subisce maggiori contrazioni. Il recupero degli investimenti è vulnerabile a peggioramento delle condizioni di finanziamento”.
“Con la legge di bilancio adottata nel dicembre 2018 – si legge ancora nel report – il governo intende principalmente aumentare le spese correnti, stanziando solo una quantità relativamente piccola di spesa extra per l’investimento pubblico nel 2019, anche se quest’ultimo, si presume che sia più efficace nello stimolare la crescita economica e gli investimenti”.
“Il governo ha poi rivisto i suoi piani fiscali a dicembre 2018 e ridotto l’obiettivo di disavanzo per il 2019, che ha attenuato l’incertezza e contribuito a stabilizzare la situazione finanziaria dei mercati. Tuttavia, i rendimenti sovrani rimangono elevati rispetto all’inizio del 2018 e ci si aspetta che alla fine si traducano in maggiori costi di finanziamento per aziende e famiglie”.
“Nonostante alcuni progressi nel risanamento dei bilanci delle banche, nelle riforme in materia di insolvenza e nelle politiche attive del mercato del lavoro – sostiene Bruxelles – nel 2018 il ritmo delle riforme si è sostanzialmente arrestato. Il bilancio 2019 comprende misure politiche che annullano elementi delle precedenti importanti riforme, in particolare nel settore delle pensioni, e non prevedono misure efficaci per aumentare la crescita potenziale”.
“Alcuni progressi si sono osservati nella lotta alla corruzione, mentre non c’è stato alcun passo avanti nello “spostare la tassazione dai fattori produttivi, rivedere le spese fiscale e riformare i valori catastale”, oltre che nel “ridurre la quota delle pensioni di anzianità nella spesa pubblica”, “ridurre la durata dei processi di giustizia civile” e “affrontare le restrizioni alla concorrenza”.
I timori di Bruxelles riguardano anche il reddito di cittadinanza, sottolineando che molto dipenderà “dall’efficacia” del modo in cui sarà gestito. “L’Italia ha adottato un nuovo schema di reddito minimo (Reddito di Cittadinanza) che sostituirà il precedente, con l’obiettivo di sviluppare un modello di inclusione attivo”, si legge nella comunicazione della Commissione europea, che accompagna i Country Report.
A stretto giro la replica di Luigi Di Maio: “Non credo che le nostre misure stiano bloccando la crescita. Anzi aiuteranno l’economia europea ad uscire dalla crisi, a far riprendere la crescita e l’export”. Questo quanto dichiarato dal ministro dello Sviluppo economico Di Maio, nel corso di un incontro a Confartigianato rispondendo a una domanda sui dubbi avanzati dalla Commissione europea sulle misure economiche del governo.
Tre gli Stati Ue che hanno squilibri macroeconomici eccessivi: Italia, Grecia e Cipro. Dieci hanno degli squilibri che non sono eccessivi: Bulgaria, Germania, Spagna, Francia, Croazia, Irlanda, Olanda, Portogallo, Romania e Svezia. Questo è il quadro della situazione delle economie nella Ue presentato dalla Commissione europea all’inizio del ‘semestre europeo’ 2019. Nei prossimi mesi la Commissione organizzerà delle ‘missioni’ negli Stati per incontrare governi, parlamenti nazionali e partner sociali per dare seguito alle analisi, anche per preparare le raccomandazioni paese per paese.