Manovra: allarme Istat sulla crescita
Si allontanano sempre di più gli obiettivi di crescita fissati dal governo Lega-M5s. Secondo l’Istat infatti per conseguire l’obiettivo di crescita del Pil all’1,2% nel 2018, come viene previsto dalla Nota di aggiornamento al Def, sarebbe necessaria una variazione congiunturale del Pil pari al +0,4% nel quarto trimestre del 2018.
A rendere noto questi numeri e a lanciare un avvertimento, seppur indireto, è il presidente facente funzione dell’Istat Maurizio Franzini nell’audizione sulla Manovra alla Camera, ricordando che ad oggi si presume invece un dato negativo. Secondo l’Istituto di statistica è “mutato lo scenario economico” e ciò può influire anche sui saldi della Manovra.”L’indicatore anticipatore registra un’ulteriore flessione e, dunque, prelude alla persistenza di una fase di debolezza del ciclo economico”, ha affermato Franzini.
Complessivamente i provvedimenti sulla tassazione delle imprese generano una riduzione del 7% del debito di imposta Ires per le imprese, mentre per più di un terzo tale debito risulta in aumento. L’aggravio medio di imposta è pari al 2,1%: l’introduzione della mini-Ires (-1,7%) non compensa gli effetti dell’abrogazione dell’Ace (+2,3%) e della mancata proroga del maxi-ammortamento (+1,5%)”. “L’aggravio è maggiore tra le imprese fino a 10 dipendenti”.