Manovra, Confcommercio boccia aumento dell’Iva
In attesa del Consiglio dei ministri convocato per domani, che dovrà approvare la Nota di aggiornamento al Def, resta insoluto il nodo dell’aumento dell’Iva. Il governo cercherà di evitare che il macigno di 23 miliardi di imposte, effetto delle clausole di salvaguardia, si abbatta sull’economia del Paese. Le ipotesi in gioco sono diverse, le più probabili sono il riordino delle aliquote Iva e l’introduzione di agevolazioni per chi utilizza il pagamento elettronico.
L’ipotesi ventilata è quella di lasciare ferma l’Iva al 4% e quella al 22% ma alzare quella del 10% fino al 13%. I beni e i servizi che in questo caso sarebbero sottoposti a rincaro sono: alberghi, voli aerei e treni interni, servizi di ristorazione e bar, energia elettrica e gas metano per uso domestico, farmaci, costruzione di seconde case e ristrutturazione edilizia, spettacoli teatrali e circensi, alcuni prodotti alimentari (carne, pesce, salumi, yogurt, uova, surgelati, pasticceria, cacao, marmellate e caramelle). Un’altra ipotesi è quella di far passare alcuni di questi beni all’aliquota del 22% e abbassarne altri a quella del 4%. I dettagli non sono ancora chiari, ma sembra che siano i prodotti e servizi attualmente soggetti al 10% quelli che subiranno dei cambiamenti.
Si sottolinea che gli accordi con l’Unione europea, prevedono che l’attuale aliquota agevolata al 10% cresca all’11,5%, fino ad arrivare al 13% nel 2020; quella ordinaria del 22% aumenterebbe al 24,2%. Senza misure alternative, l’attivazione delle temute clausole di salvaguardia, porterebbe l’aliquota ordinaria a toccare nel 2022 la quota record del 26,5%.
Intanto Confcommercio boccia l’ipotesi di aumento dell’Iva con ricorso ad aliquote differenziate, ossia più alte per chi paga in contante, più basse per chi utilizza carte di credito o di debito. In una nota, l’associazione di categoria infatti afferma: “Meriterebbe di essere attentamente considerata la tenuta del fondamento giuridico di un’imposizione fiscale ad aliquote differenziate in ragione del diverso mezzo di pagamento utilizzato per l’acquisto degli stessi prodotti o servizi”.
Oltre agli aspetti giuridici, Confcommercio rileva anche ricadute negative per le famiglie: “Ad oggi i pagamenti a mezzo carta rappresentano, in valore, non più del 35% della spesa delle famiglie. Sul piano complessivo, sembrerebbe che l’operazione dovrebbe concorrere ad un accrescimento del gettito Iva di circa 5 miliardi di euro. Sarebbe francamente arduo, allora, catalogare una simile architettura nella categoria delle ‘modulazioni con beneficio per gli italiani’ di cui ha parlato il Presidente Conte”. In conclusione, Confcommercio sottolinea poi che a pagare di più sarebbero i livelli di reddito più bassi”.
Intanto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri assicura che nella Manovra finanziaria ci sarà una revisione della spesa ma senza tagli a scuola, sanità, università perchè sarebbe controproducente. “La nostra non sarà una Manovra restrittiva, perché avrebbe un effetto negativo sull’economia, – sottolinea Gualtieri – punteremo a una piccola espansione, con il deficit che si collocherà in una saggia via di mezzo tra 2% e 2,4%“.
Gualtieri conferma anche gli impegni per Quota 100: “Non è serio cambiare il sistema previdenziale ogni anno e quindi il governo giallo-rosso ha deciso di confermare la legge in manovra. Questa è una misura che va ad esaurimento”, ha sottolineato il ministro. Per quanto riguarda poi il reddito di cittadinanza, verrà rafforzata la parte delle politiche attive sul lavoro.