Moscovici ancora contro l’Italia: “con il deficit al 2,4% si rischia”
Ancora un acceso botta e risposta tra Roma-Bruxelles, con protagonista ancora il commissario agli affari economici Pierre Moscovici. I temi del contendere sono sempre l’immigrazione e ora anche la manovra economica.
In Europa ha sottolineato il commissario, “abbiamo delle regole abbastanza precise, che non sono stupide e che dicono che il deficit nominale deve essere contenuto sotto il 3% e che il deficit strutturale deve migliorare”.
L’Italia con il 2,4% rischia, “è possibile che il deficit strutturale non sia nella traiettoria fissata dal patto di stabilità e crescita”.
Una sottolineatura che arriva subito dopo parole più concilianti espresse a proposito della correzione annunciata oggi da Tria a proposito del quadro macroeconomico futuro, con il rapporto deficit/pil che dovrebbe essere fissato al 2,4% soltanto quest’anno. Il fatto che la “traiettoria pluriannuale” sul deficit “sia stata rivista è un buon segnale”, ha spiegato. Secondo il commissario “questo dimostra che le autorità italiane ascoltano le preoccupazioni e le osservazioni dei partner, tra cui la Commissione europea. Poi bisognerà conoscere i dettagli e giudicare il budget 2019 per ciò che è”. In ogni caso, ha assicurato all’Italia: “Faremo rispettare le regole” e una “crisi tra Bruxelles e l’Italia sarebbe assurda”.
Quanto alle accuse arrivati dai vicepremier di aver alimentato le vendite sui Btp con le dichiarazioni che censuravano l’impostazione della Manovra, la risposta è stata netta: “La Commissione europea ha un ruolo istituzionale, iscritto nei trattati, che applica e che fa in modo assolutamente tecnico. Ci guardiamo bene dal fare ingerenze nella politica interna, non lo facciamo e non lo faremo, siamo semplicemente i guardiani dei trattati. Bisogna capirlo, dobbiamo essere rispettati come tali, né più né meno. Per il resto, senza essere medico, ho sempre saputo che è la febbre ad avere effetti, non certo il termometro”.
E di conti pubblici ha parlato anche il ministro per gli affari europei Paolo Savona, ribadendo che non c’è “nessuna possibilità di default del debito pubblico italiano”. Savona ha inoltre ribadito la sua fiducia nell’euro. “Non intendo intraprendere alcuna azione contro l’euro, anzi voglio rafforzarlo”, poi ha anche difeso le modifiche alla riforma Fornero: “È stata decisa perché siamo sufficientemente convinti che avrà un moltiplicatore dell’occupazione” in base al quale “ogni pensionato che va via trascinerà due giovani nel sistema”.