Pensioni, il governo punta all’aumento di quelle minime
Il governo ragiona per definire un nuovo piano sugli assegni per chi è uscito dal mondo del lavoro. Stando a quanto riferito dall’Ansa, l’esecutivo starebbe lavorando a un intervento sulle pensioni minime per tentare di portarle oltre i 621 euro a partire dal 2025.
L’idea è quella di confermare l’intervento del 2023-24 che quest’anno le ha fatte arrivare a 614,77 euro (+ 2,7% rispetto al 2024): la misura è in scadenza e dunque deve essere confermata per evitare che si torni indietro con le cifre. Non solo: si potrebbe fare un ulteriore passo in avanti, dando un ulteriore incremento in aggiunta alla rivalutazione rispetto all’inflazione (che dovrebbe essere dell’1%).
Si tratterebbe di un aumento di poco più di 11 euro per gli assegni di chi riceve il trattamento minimo. Nei fatti si potrebbe passare da 614,77 a 625,83 euro. Il che dovrebbe richiedere circa un miliardo di euro. Ovviamente la discussione è aperta e bisognerà decidere quale cifra sposare.
Per quanto riguarda i canali di uscita dal lavoro l’intenzione della maggioranza è confermare Ape Sociale, Opzione Donna e Quota 103 (con il taglio contributivo dell’assegno introdotto lo scorso anno). Non sono previsti aumenti dell’età pensionabile. Tuttavia allo studio ci sarebbe anche un altro intervento per cercare di limitare i costi della spesa pensionistica. L’idea è di incentivare i lavoratori del privato a lasciare il lavoro dopo i 67 anni concedendo a chi non va in pensione una sorta di bonus. Ovviamente la decisione sarà su base volontaria e non ci sarà nessun obbligo.