Per Boccia di Confindustria l’Itala è senza slancio e l’Istat taglia le stime sul Pil
Nuovo allarme del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, secondo cui: “Il Paese non riparte con lo slancio necessario, che è alla nostra portata e che ci meritiamo”, ha detto durante l’assemblea annuale. “Per rimetterci a correre – dice – sarà utile liberarci dal peso di parole che inducono alla sfiducia, che evocano negatività. “Le parole di chi governa non sono mai neutre, influenzano investitori, imprenditori, famiglie”.
Poi Boccia ha aggiunto: “Se l’Italia volesse rispettare alla lettera le regole europee previste dal patto di stabilità e crescita dovrebbe fare una manovra strutturale per il 2020 da almeno 32 miliardi di euro: una manovra imponente con effetti recessivi”. “Dobbiamo dirci con franchezza che non ci sono scelte semplici o indolori con la prossima legge di bilancio”.
Quindi “Confindustria propone al Governo e alle opposizioni di collaborare tutti insieme” per “una politica economica basata su realismo e pragmatismo, guidata dalla visione” dice il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, all’assemblea annuale. “Possiamo evitare un autunno freddissimo per la nostra economia se costruiamo un programma serrato che faccia mutare la percezione sull’immobilità dell’Italia”. Serve “un progetto che sia un vero e proprio atto di generosità da dedicare ai ragazzi che vogliono e hanno diritto di vivere e lavorare in Italia per il futuro di tutti noi”.
Intanto l’Istat prevede una crescita dello 0, 3% quest’anno, poco sopra la stima governativa che è stata fissata nell’ultimo Def allo 0,2%. Una frenata rispetto al +0,9% da cui siamo reduci che si rifletterà nelle maggiori difficoltà sul mercato del lavoro, con la disoccupazione prevista in aumento al 10,8%.
L’Istituto di statistica dice che nel 2019 il prodotto interno lordo (Pil) è previsto crescere dello 0,3% in termini reali, “in deciso rallentamento rispetto all’anno precedente”. La composizione della crescita è così stimata: “La domanda interna al netto delle scorte fornirebbe l’unico contributo positivo alla crescita del Pil (0,3 punti percentuali), mentre l’apporto della domanda estera netta e quello della variazione delle scorte risulterebbero nulli”.
In rallentamento anche la spesa delle famiglie in termini reali: “E’ stimata crescere dello 0,5%, in lieve rallentamento rispetto all’anno precedente quando aveva segnato un +0,6%”. Frenata anche per gli investimenti in macchinari e attrezzature e quelli in costruzioni: “Nel complesso, gli investimenti fissi lordi sono previsti crescere dello 0,3%”.
Difficile che l’occupazione possa beneficiare di un simile quadro. E infatti l’Istat dice: “La decelerazione dei ritmi produttivi inciderebbe anche sul mercato del lavoro. Nel 2019 si prevede che l’occupazione rimanga sui livelli dell’anno precedente (+0,1%) mentre si registrerebbe un lieve aumento del tasso di disoccupazione (10,8%). Le retribuzioni lorde per unità di lavoro dipendente sono attese evolvere in linea con il deflatore della spesa delle famiglie residenti (+0,9%)”.