Recovery Fund: i 209 miliardi in arrivo potrebbero essere gestiti dal CIAE
La regia dei 209 miliardi che arriveranno con il Recovery Fund all’Italia potrebbe essere gestita dal CIAE, il Comitato interministeriale affari europei, creato dall’ex premier Mario Monti. L’ultima parola, comunque, spetterà al premier Giuseppe Conte.
Monti, commentatore tra i più entusiasti dell’accordo raggiunto a Bruxelles sul Recovery Fund, fa notare: “il bilancio della Ue 2021-27 e il Recovery Fund, per dispiegare i loro effetti, richiedono che la decisione sulle nuove risorse proprie venga ratificata da tutti gli Stati membri, come se fosse una modifica dei Trattati”.
Nelle 68 pagine dell’accordo di Bruxelles, suddiviso in ben 159 capitoli, sono state introdotte non poche innovazioni sul piano delle procedure e dei controlli di merito da parte dell’euroburocrazia sui finanziamenti da erogare, innovazioni che non sono previste in nessuno dei trattati europei, tanto meno nel trattato di Lisbona sul funzionamento dell’Unione europea, che di fatto, in mancanza di una Costituzione europea, ne fa le veci.
Il Comitato Interministeriale per gli Affari Europei (CIAE) è istituito dalla Legge 24 dicembre 2012, n. 234 è convocato e presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri Conte o, per sua delega, dal Ministro per gli affari europei Amendola e vi partecipano il Ministro degli affari esteri Di Maio, il Ministro dell’economia e delle finanze Gualtieri e gli altri Ministri che hanno competenza nelle materie oggetto dei provvedimenti e delle tematiche all’ordine del giorno. Possono partecipare anche il presidente della Conferenza delle regioni, dell’Associazione nazionale dei comuni italiani e dell’Unione delle province d’Italia quando vengono trattate materie di loro competenza.
Ma il capo del governo, se da un lato si avvia a risolvere il nodo task force, dall’altro è chiamato a un’accelerazione sul Mes. Il fondo salva-Stati infatti, continua a generare tensioni e, in queste ore, a finire nel mirino è il titolare del Mef Roberto Gualtieri.
Le sue parole sul Mes che, ha definito come decisivo per le casse dello Stato, ha creato “malcontento” tra i ministri del M5S. “Veniamo dal successo in Europa, a chi giova destabilizzare puntando tutto sul Mes?”, è la domanda che circola nel Movimento.
“Gualtieri non ha mai pronunciato quelle parole e per il bilancio dello Stato non esiste alcun problema di cassa”, spiegano fonti di via XX settembre. In serata, il ministero spiega che le disponibilità liquide del Tesoro sono pari a 80 miliardi, lo stesso livello del 2019. Non solo. Le aste dei titoli di Stato confermano la fiducia dei mercati, con emissioni di 100 miliardi superiori al 2019. Dati che non sono però serviti a spegnere le polemiche.