Stellantis, l’azienda lavora al dopo Tavares. Meloni: “Difenderemo occupazione e indotto”

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Stellantis lavora al dopo Tavares. Il ceo della holding dell’automotive si è dimesso ieri, in anticipo di più di un anno sui tempi previsti dal contratto, creando fibrillazione sui mercati finanziari facendo crollare il titolo (ieri ha chiuso a -6,3%) e finendo al centro dell’attenzione del mondo politico, di quello sindacale e dei lavoratori del gruppo. John Elkann è a Detroit per definire la rotta, ma il nuovo amministratore delegato non arriverà subito e nessuno dei nomi finora ipotizzati sembra essere quello definitivo.

Dalla maggioranza e dall’opposizione è forte la pressione su Elkann perché vada in Parlamento a riferire. Confermato per il 17 dicembre, dopo un colloquio tra Elkann e il ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso, un tavolo al Mimit. Intervistata a Quarta Repubblica, su Rete 4, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha assicurato: “Faremo del nostro meglio per difendere l’occupazione e l’indotto. Abbiamo un tavolo con Stellantis convocato a metà dicembre, speriamo possa essere quello risolutivo”. La premier ha poi sottolineato: “Credo che l’uscita di Tavares derivi da alcune battaglie sindacali molto forti fatte particolarmente dai sindacati francesi e americani”. Quindi l’affondo al segretario della Cgil Maurizio Landini colpevole, per Meloni, di non aver fatto valere le ragioni dei lavoratori della Penisola: “Il sindacato italiano, rispetto a queste urla, era un po’ afono”. Attacca il colosso dell’auto il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, che sostiene che quello che sta accadendo con Stellantis “è semplicemente disgustoso”. Un tracollo economico”. E aggiunge: “Da italiano sono offeso dalla gestione degli Elkann”.

I sindacati sperano in un cambio di passo dopo l’uscita di scena di Carlos Tavares. “Non ci mancherà” ha detto il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra convinto che le sue “dimissioni determineranno una svolta” mentre il leader della Cgil Maurizio Landini, chiede che la presidenza del Consiglio convochi Stellantis e i sindacati “per discutere su quali politiche industriali e quali investimenti si fanno nel nostro Paese”. “Per il futuro ci aspettiamo discontinuità e coraggio”, ha aggiunto il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri.

Nel mirino dei sindacati c’è anche la ‘buonuscita’ di Tavares stimata in 100 milioni. Secondo alcune valutazioni avrebbe percepito uno stipendio annuale di circa 40 milioni di euro negli ultimi anni, cifra per la quale è stato definito il manager del settore automobilistico più pagato al mondo.