Telemarketing selvaggio, già più di 200mila i cittadini nel registro delle opposizioni
Un successo. Si può sintetizzare così quanto accaduto nelle prime ventiquattro ore di vita del nuovo Registro pubblico delle opposizioni (RPO). Da ieri, 27 luglio, è possibile immettere i propri dati personali nello strumento predisposto dal ministero dello Sviluppo economico per arginare il cosiddetto “telemarketing selvaggio”: ossia le fastidiose e ripetute chiamate commerciali da parte dei call center. Secondo i dati raccolti nelle ultime ore, soltanto nelle scorse ventiquattro ore si sono iscritti più di 200mila cittadini. E altri sono arrivati questa mattina.
Qualche disagio però c’è stato, con alcuni utenti che hanno lamentato sui social l’impossibilità di iscriversi. Quelli che ce l’hanno fatta invece avranno la propria privacy tutelata dalle brutali attività di telemarketing. Quindi gli operatori che vorranno adoperare i numeri telefonici e gli indirizzi postali dovranno consultare obbligatoriamente ogni mese il Registro e comunque, prima dell’avvio di ogni campagna pubblicitaria, dovranno aggiornare i dati escludendo dalle liste i numeri e gli indirizzi postali dei cittadini registrati.
Perché conviene rispettare questa norma? Semplicemente perché le sanzioni sono diverse e salate in caso di violazione delle disposizioni. Le società di telemarketing rischiano multe fino a 20 milioni di euro se non rispettano quanto stabilito, e per le imprese sono previste multe fino al 4% del fatturato totale annuo. Gli utenti, a loro volta, possono denunciare abusi e il mancato rispetto del Registro da parte di call center inviando una segnalazione attraverso il sito del Garante per la privacy. Secondo il Codacons il telemarketing rappresenta in Italia un business da circa 4 miliardi di euro annui, e la vendita telefonica di beni e servizi produce un giro d’affari stimabile in 40 miliardi di euro.