Caro energia, aziende a rischio. Confartigianato: “Aumenti fino al 200%”
L’incidenza dei costi di approvvigionamento di gas ed energia elettrica, come noto in fase di aumento vertiginoso, in aggiunta ad altri fattori congiunturali, rischia di mettere in ginocchio molte imprese vicentine. Ne è convinta la Confartigianato di Vicenza, che mette in guardia i propri associati e insieme ne convoglia la richiesta di attenzione e di “svolta” per affrontare una nuova “mina” nel settore dell’economia.
Una situazione generale già di per sè gravosa sull’onda lunga della pandemia di Covid-19, con la contrazione dell’offerta di materie prime e i costi quindi a lievitare, che rischia di acuirsi con la stagione invernale alle porte. Si tratta spesso infatti di capitoli di spesa non preventivati. Altre difficoltà diffuse emergerebbero anche sul fronte della forza-lavoro da impiegare nell’impresa.
La fotografia istantanea in ambito territoriale la abbozza Gianluca Cavion, presidente della sigla confederata che riunisci artigiani berici della piccola e media impresa. “Non riusciamo a prendere gli ordini – spiega – perché non troviamo manodopera aggiuntiva e a ciò si aggiungono le tensioni relative ai costi e all’approvvigionamento di materie prime. Tra queste spiccano l’energia e il gas, una situazione che ci allarma in quanto una parte delle imprese rischia addirittura di chiudere per l’impossibilità di trasferire i maggiori costi sulla committenza”.
Il caro tariffe di energia elettrica e gas infatti sta incidendo pesantemente su aziende e
famiglie, spesa destinata a salire con l’inverno alle porte. “Una situazione che – evidenzia Confartigianato Imprese Vicenza attraverso un comunicato stampa – avviene perché molte piccole aziende hanno contrattualizzato tariffe legate all’andamento della borsa elettrica, sostenendo così costi non prevedibili e in continuo aumento come sta avvenendo ora”. Nel solo mese di ottobre, ad esempio, il salto tariffario per l’energia elettrica rispetto al mese precedente è stato del 40%, contribuendo ad abbozzare uno scenario assai incerto e che non può che generare timori concreti.
A preoccupare in particolare l’associazione sarebbero le tariffe di questo ultimo trimestre dell’anno e ancor di più quelle del 2022, anche se, per dovere di chiarezza, va detto che è previsto per il gas naturale una riduzione sostanziale dal periodo primaverile. Si tratta di una previsione, però, come viene evidenziato da più parti, e non di una certezza assoluta. “Gli aumenti di energia elettrica e gas – aggiunge Cavion – stanno mettendo in seria difficoltà molte imprese, in particolare quelle di piccole dimensioni. In questa fase sottoscrivere nuovi contratti con forniture a tariffa fissa (quindi molto alte) appare non conveniente perché comporterà il mantenimento delle stesse per l’intero periodo contrattuale. Nel contempo, sottoscrivere contratti a tariffa indicizzata comporterà costi molto alti per il primo trimestre, che è il periodo dell’anno con maggiore utilizzo di energia, sperando poi di poter beneficiare degli eventuali cali dell’andamento della borsa elettrica, di cui però non c’è certezza. Insomma, la situazione è insostenibile. Le imprese non possono vivere sull’incertezza e il timore di quel che può accadere da qui alla primavera”.
ESEMPI. Per i più avvezzi a dati e percentuali, ecco una serie di esempi su previsioni calcolate ad un anno e forniti sempre da Confartigianato. Rispetto 2021 un’azienda della plastica che utilizza annualmente 2,5 milioni di kWh avrà un aumento della spesa della materia prima del 205%, passando da 186.257 euro a 566.398 euro; un’azienda meccanica con 1,2 milioni di kWh/anno subirà un aumento del 202%, passando da euro 88.034 euro a 266.360 euro. L’aumento per un’azienda della ceramica con 20.790 kWh annui sarà del 178%, passando da un costo materia prima di 1.798 euro a 4.997 euro, mentre per il gas con 1.981 mc mensili l’aumento sarà del 246%, passando da un costo medio mensile di 450 euro a 1.558 euro.
Un caseificio che consuma 534.753 KWh/anno avrà un aumento del 197%, con costi che passeranno da 42.225 euro a 125.506 euro, mentre per il gas a fronte di un consumo mensile di 17.163 mc avrà un aumento del 276%, passando da una spesa media mensile di 3.575 ero a 13.444 euro. Un molino con 1.370.000 kWh annui passerà da un costo del 2021 di euro 99.338 a euro 303.236 con un aumento del 205%.”Sono solo alcuni esempi di quello che succederà se il livello della borsa elettrica si manterrà com’è attualmente anche per il 2022. Ecco perché . questa è la conclusione del presidente Cavion – ci aspettiamo un intervento legislativo che vada ben oltre i 3 miliardi dichiarati e messi a disposizione dal Governo. È il momento che tutti i soggetti pubblici, per quanto in loro potere, intervengano con formule di abbattimento dei costi energetici”.