Confindustria: la produzione si ferma a +1,9, l’occupazione a +0,3
I dati dell’indagine congiunturale trimestrale di Confindustria Vicenza dicono che la produzione nella nostra provincia cresce, ma è in atto un rallentamento che preoccupa.
L’andamento congiunturale delle imprese vicentine nel 2° trimestre dell’anno, reso noto oggi, mostra infatti un leggero rallentamento rispetto ai primi tre mesi.
L’andamento della produzione industriale segna una crescita dell’1,9%, contro il 3,3% del 1° trimestre. Una dinamica che sconta una sostanziale stabilità del mercato interno (+0,5%) e di quello europeo (+0,6%) e riceve invece linfa vitale dalle esportazioni al di fuori dell’Unione, aumentate dell’1,7%.
A fronte del 40% delle aziende che dichiara aumenti di produzione, il 27% evidenzia cali produttivi; il saldo di opinione si ferma dunque a +13, che non è male se si considera che è la stessa performance del secondo trimestre dell’anno scorso, ma che risulta in calo se confrontato con il +19 del precedente trimestre.
A confermare che la situazione non è sostanzialmente cambiata nel trimestre primaverile rispetto a quello invernale c’è anche il dato relativo alla consistenza del portafoglio ordini, che si mantiene in sostanza stabile. Poco più della metà delle imprese (53% contro il 49% del trimestre precedente) ha lavoro assicurato per un periodo da 1 a tre mesi e il 21% ha invece un portafoglio ordini che supera i tre mesi, valore che si discosta appena dal 22% dei primi tre mesi.
In percentuale positiva, pur se su valori da “zero virgola”, anche l’occupazione: nel trimestre aprile-giugno le aziende segnalano un lieve incremento del numero di addetti, pari allo 0,3%. Il 56% delle aziende dichiara di voler mantenere inalterato il proprio livello occupazionale, il 25% intende aumentarlo, mentre il 18% intende ridurre la propria forza lavoro.
Migliora la liquidità aziendale
Un miglioramento più significativo e interessante arriva dalla situazione di liquidità delle aziende, con una netta riduzione della percentuale di chi segnala tensioni di liquidità (13% contro 24% del primo trimestre), così come diminuiscono le aziende che lamentano ritardi negli incassi (20%).
Per quanto riguarda l’andamento dei principali settori produttivi, l’indagine di Confindustria Vicenza mostra tendenze tutte in positivo (produzione, export e occupazione) per quattro settori tra i più importanti per l’industria vicentina: meccanica, sistema moda, alimentare, carta e grafica.
Segnali di crescita per produzione e occupazione (non per l’export) anche nella chimica, mentre i settori con performance meno buone o negative sono la concia, il legno/mobile, le materie plastiche, l’orafo e il cemento-calce-vetro marmo.
Le previsioni secondo l’indice LIV
Fin qui la “fotografia” sul secondo trimestre. Uno sguardo su quel che c’è da attendersi dalla seconda metà dell’anno e dai mesi in corso lo dà l’indice di previsione LIV (leading indicator Vicenza) adottato dall’anno scorso e calcolato dall’équipe del prof. Andrea Beretta Zanoni, professore ordinario di strategia aziendale all’Università di Verona: un indice che traccia una panoramica sulle previsioni congiunturali.
Si vede così che, dalla rilevazione fatta in luglio, rimangono sostanzialmente stabili le rilevazioni sia in relazione al portafoglio estero che alla dinamica occupazionale, mentre risulta decisamente migliorativo il sentiment sulla dinamica degli investimenti. Al contrario, il sentiment sulla dinamica prevista del portafoglio Italia risulta peggiorativo rispetto alle ultime rilevazioni.
“La rilevazione di luglio consente di effettuare un significativo spostamento dell’indice LIV nel cosiddetto ‘clock congiunturale’ – osserva il prof. Andrea Beretta Zanoni -. Dopo uno stazionamento di alcuni mesi nell’area C definita di ‘inversione migliorativa’, la rilevazione di luglio colloca l’indice sul confine con l’area D, definita di ‘peggioramento’. I risultati emersi a livello vicentino a luglio si allineano alle dinamiche nazionali degli ultimi mesi. A livello nazionale si riscontra infatti una contrazione della produzione industriale e una volatilità nella fiducia delle imprese su tutto il territorio. Le rilevazioni effettuate in relazione alle variabili specifiche evidenziano al contrario un quadro di sostanziale stabilità, con previsioni positive per quanto riguarda i piani di investimento, l’occupazione e il portafoglio ordini estero”.