Occupazione, nella pedemontana traina il manifatturiero. Il report della Fondazione Festari
Il manifatturiero traina la fascia pedemontana e l’occupazione è a +2,7%. Sono questi i due dati più importanti dell’annuale report della Fondazione Festari sull’andamento dell’occupazione nel Veneto Centrale, presentato a Valdagno. A illustrare la ricerca è stato il professor Paolo Gurisatti, presidente della Fondazione Festari, il quale ha sottolineato l’importanza della ricerca su scala regionale. I dati sono stati elaborati grazie all’accordo con l’Ufficio Studi di Unioncamere Veneto e prendono in considerazione l’intervallo di tempo che va da giugno 2015 a giugno 2016. Alla ricerca hanno partecipato anche alcuni dipartimenti delle Università di Padova e Venezia, Ciset, Fondazione Cà Foscari e Iuav.
La ricerca ha concentrato l’attenzione sull’area compresa tra le province di Vicenza, Treviso, Padova e Venezia (3,5 milioni di abitanti), suddividendola a sua volta in due quartieri con funzioni complementari: la cintura pedemontana (Venice Manifacturing District, dove vivono e lavorano 1,2 milioni di persone con 127.000 imprese) dove si concentrano le attività manifatturiere e i settori esportatori; il cuore urbano dei capoluoghi di provincia (Dowtown Venice, dove vivono e lavorano 2,3 milioni di persone) nel quale invece si concentrano le attività logistiche, formative, commerciali e culturali.
La ripresa economica dell’intera area emerge chiaramente dai dati e riconferma ulteriormente le specializzazioni dei due quartieri. Se a nord-ovest (Venice Manifacturing District) la crescita è trainata dall’industria (su 100 nuovi posti di lavoro creati, 56 sono nell’industria manifatturiera), a sud-est comandano altre attività (su 100 nuovi posti di lavoro solo 8,6 sono da ricondurre al manifatturiero, mentre il restante 91,4 va alle imprese di servizi).
Il saldo occupazione regionale è positivo, con un totale di 37.174 addetti che segnano un aumento pari al 2,3% in un anno. A risentire maggiormente di questa ripresa è stato il quartiere di Downtown Venice, con un saldo occupazionale positivo di 23.796 addetti (+3,2%). A nord-ovest invece il saldo occupazionale è pari a 8.975 addetti (+2,2%).
Se però si prende in esame il solo manifatturiero il trend si inverte nei due quartieri. A sud-est infatti il saldo è di 2.057 addetti (+1%), mentre nella fascia pedemontana la crescita è del 2,7% (saldo occupazionale di 5.027 addetti).
“Il report della Fondazione Festari – è il commento del sindaco di Valdagno, Giancarlo Acerbi – dimostra come la concezione di una suddivisione territoriale per province sia ormai da ritenersi superata e si vada sempre più verso aree vaste con caratteristiche omogenee all’interno della regione metropolitana veneta. La direzione futura da percorrere è quella dei processi integrativi che potranno trovare terreno più fertile una volta completata la nuova superstrada pedemontana”.
Bene anche per il dato scorporato nei territori delle Ipa del quartiere manifatturiero con l’Ovest Vicentino che registra un incremento occupazione del 3,1% in generale e addirittura del 4,6% nella manifattura. Nell’Alto Vicentino, invece, si registra un incremento generale del 2,5% e 2,4% nella manifattura. Le Ipa che registrano i trend migliori sono quella Castellana (+3,9% in generale, +5,3% in manifattura) e quella del Brenta (+3,2% in generale, +3,3% in manifattura). Il Camposampierese, infine, fa segnare un +1,5% in generale e un +3,8% in manifattura.
“La mappa che ci restituisce questa analisi – spiega il presidente della Fondazione Festari, Paolo Gurisatti – è quella di un territorio metropolitano ancora inconsapevole, composto da due quartieri che vanno sempre più specializzandosi e che devono trovare la strada per convivere”.