Perse oltre quattromila imprese in dieci anni nel Vicentino, aumenta l’occupazione

Si è svolto questo pomeriggio in Camera di Commercio di Vicenza l’Osservatorio sull’economia e il lavoro, l’incontro semestrale di approfondimento organizzato dall’ente camerale berico con la partecipazione dei rappresentanti delle categorie economiche, dei sindacati e delle istituzioni.

Ancora una volta, l’Osservatorio è stato l’occasione per un confronto sullo stato di salute dell’economia locale, con l’ausilio di analisi sviluppate su archi temporali più ampi rispetto alle tipiche indagini congiunturali. E proprio da questa prospettiva emerge uno dei dati più rilevanti presentati oggi: negli ultimi dieci anni la provincia di Vicenza ha “perso” 4.128 imprese (-5%), con una decrescita in proporzione anche superiore al calo nazionale registrato nel medesimo periodo (-116.189 imprese, -1,9%).

Il decremento (così come a livello nazionale) interessa soprattutto le imprese dei settori legati alla produzione, compreso il Made in Italy classico: legno -22,9%, moda -20,6%, cuoio e pelli -18,7%, oltre ad “altro manifatturiero” -17,8%, agricoltura -14,2% e commercio al dettaglio -12,8%.
Sale invece il numero delle imprese legate ai servizi e alla conoscenza: finanza +172,1%, sanità +84,5%, consulenze aziendali +78%, software +39,4%, servizi per gli edifici +36,3%, servizi per gli uffici +31,1%. Ma evidentemente la crescita non compensa il decremento.
Il fenomeno, tuttavia, riguarda soprattutto le imprese più piccole (da 1 a 9 addetti): in questa categoria sono state perse 6.056 unità locali che erano anche sedi di attività, in parte evidentemente compensate dall’apertura di sedi secondarie di aziende più strutturate o che in questo arco temporale hanno registrato una crescita tanto significativa da consentire l’apertura di nuove sedi.

E il trend negativo sta proseguendo anche nel 2024: al 30 settembre le imprese vicentine erano 79.127, -370 rispetto ad un anno prima (-0,5%). A soffrire il calo è in particolare il commercio (-243; -1,5%) e il manifatturiero (-239; -1,9%), in parte compensati dalla crescita delle attività finanziarie, immobiliari e professionali e delle attività di noleggio e servizi alle imprese.

Occupazione
La buona notizia, inequivocabile, è che nonostante la diminuzione del numero di imprese l’occupazione è cresciuta in modo significativo: dal 2014 a oggi Vicenza ha guadagnato quasi 50 mila addetti (48.429 per la precisione, +15,7%) e anche in questo caso il fenomeno rispecchia una tendenza nazionale (l’Italia ha visto crescere di quasi 3,5 milioni gli occupati nello stesso periodo, + 19,9%). A crescere maggiormente, in termini di occupati, nel Vicentino sono state le attività professionali (+58,7%), i servizi alle imprese (+58,3%), l’immobiliare (+49,8%) e la sanità (+45,9%), mentre il manifatturiero e il commercio hanno visto crescere gli addetti rispettivamente dell’11,9% e del 4,4%.

“Questi dati evidenziano l’inizio di una trasformazione per certi versi strutturale della nostra economia – commenta Giorgio Xoccato, Presidente della Camera di Commercio di Vicenza -, nel solco di un generale processo di terziarizzazione che si evidenzia un po’ in tutte le economie occidentali. La crescita parallela e significativa del numero di addetti ci dimostra che l’esito di questo percorso non è necessariamente un impoverimento del nostro tessuto economico e sociale. Al contrario non possiamo che registrare con grande favore l’incremento delle professioni e delle attività legate all’economia della conoscenza, che sono funzionali anche ad una maggiore competitività delle aziende di tutti gli altri settori. Allo stesso tempo però è importante sostenere le produzioni manifatturiere che storicamente sono state determinanti nello sviluppo del nostro territorio, perché rappresentano un patrimonio di esperienze e competenze che va salvaguardato e rimangono una risorsa strategica per la nostra economia”.