Vendemmia 2024, previsioni positive per il Vicentino

Germogliamento anticipato, fioritura ed allegagione per lo più modeste con lievi differenze tra varietà e areali produttivi, fertilità potenziale della vite inferiore al 2023. Danni da gelo e grandine inferiori alla soglia limite del 5%, pressione delle malattie fungine sotto controllo, con qualche maggiore difficoltà per i vigneti biologici; meno problemi di Flavescenza dorata. Sono questi i principali aspetti che stanno caratterizzando l’annata vitivinicola 2024 in Veneto.

Il punto sul panorama vegetativo del vigneto veneto alla vigilia dell’estate è stato argomento centrale del primo incontro del Trittico Vitivinicolo 2024, organizzato nei giorni scorsi da Veneto Agricoltura, con Regione del Veneto, Crea, Arpav e Uvive.

Per quanto il territorio Vicentino, i colli Berici e la provincia di Vicenza hanno registrato un aumento significativo sia della frequenza che dell’intensità delle precipitazioni, ma non sono stati segnalati danni significativi a causa delle gelate primaverili o della grandinata del 16 giugno. Come in altre zone del Veneto, è stato osservato un germogliamento precoce per le varietà Chardonnay, Garganega e Pinot grigio, dovuto alle temperature anomale di febbraio. La fertilità potenziale di questi vitigni è risultata più elevata rispetto al 2023: i grappoli sono puliti dai residui floreali, ma presentano un’allegagione inferiore. Le malattie non rappresentano una grande preoccupazione per la lotta integrata, mentre la gestione biologica richiede un attento monitoraggio. Per quanto riguarda la flavescenza dorata, non si osservano differenze significative rispetto all’anno precedente.

“A livello quantitativo l’attesa è per un’annata nella media degli ultimi anni, quindi in netto recupero sullo scorso anno segnato da peronospora, flavescenza e forti grandinate – osservano gli esperti di Coldiretti Vicenza -. Tutti fenomeni che nel 2024 hanno interessato solo marginalmente la nostra regione, eccezione fatta per i vigneti a conduzione biologica che in particolare in pianura subiranno danni severi da peronospora una malattia difficile da contenere nelle primavere umide e piovose come la stagione trascorsa. Sul fronte della qualità ad oggi all’inizio della maturazione le previsioni sono molto buone”.

“Il Veneto è saldo al primo posto tra le regioni in Italia per produzione di vino, con 11 milioni di ettolitri su un dato nazionale di circa 56 milioni di ettolitri. La viticoltura e l’enologia valgono il 36% dell’export italiano, con 2,8 miliardi di euro, il vigneto veneto oggi occupa circa 100 mila ettari. Per mantenere i primati è importante avere produzioni in linea con le richieste di mercato, per questo Consorzi di tutela e Filiera produttiva hanno messo in atto una serie di misure, come riduzioni di resa, stoccaggi, e per i prodotti più richiesti, come per il Prosecco, attingimenti e riserve vendemmiali. Un sistema di gestione dell’offerta che in base a quantità e qualità della vendemmia, sappia agire di conseguenza, per mantenere una forte attrattività dei nostri vini più importanti – concludono gli esperti di Coldiretti Veneto -. Ad oggi, quindi, una vendemmia che conferma il ruolo del Veneto come la regione top, che dalla terza decade di agosto rinnoverà il rito della vendemmia per tornare attorno ai 15 milioni di quintali di uva di grande qualità”.