Il Sentiero de’e Nore in Val di Tovo
La Val di Tovo (una piccola valle laterale alla Val Posina) è uno di quei luoghi che si lascia scoprire passo dopo passo a chi, con animo esplorativo, si appresta a percorrerne i suoi sentieri poco battuti. A nord e a ovest la valle è cinta da alte muraglie articolate, con canaloni che si frangono su severe pareti rocciose. Difficile pensare, di primo acchito, che si possa sviluppare qualche sentiero in quei posti selvaggi. Eppure qualcuno se ne trova, anche se più frequentati da camosci che da umani, tracciati in tempi ormai lontani da montanari o da soldati. Al centro delle vette domina il Castellone, piramide rocciosa fra il Boal dei Lavassi e la Valle Stra Tovo, mentre verso destra si eleva il massiccio del Toraro, dal quale si protendono la Cima Cuccà e lo slanciato Capel del Vescovo, altresì noto come la Toresela.
A quest’ultimo sale l’impervio Sentiero de’e Nore, riservato per escursionisti esperti con buone doti di orientamento. Ricavato in passato dai montanari della valle sottostante per il taglio della legna, la produzione di carbone e l’eroico sfalcio degli erti prati, oramai è relegato a flebile traccia nel bosco.
L’inizio del percorso è lungo il sentiero CAI 530 e si raggiunge facilmente da Contrada Facci fino al Fondo del Boal dei Lavassi. Appena iniziati i brevi tornanti della mulattiera militare che sale al Castellone si trova sulla destra la traccia che si stacca dalla via più frequentata. Alcuni bolli rossi e qualche ometto aiutano a seguire l’itinerario.
Si piega verso destra per attraversare il greto di un vallone, da cui si continua ad attraversare portandosi alla base di un erto versante boscoso. Inizia la salita, resa in alcuni punti difficoltosa dall’erba e dalle foglie secche. Vecchi muri a secco sostengono in qualche punto il sentiero. Uno spiazzo erboso posto su un crinale, il Pian Grande, è l’unico tratto in cui si rifiata prima di riprendere la fatica. Un breve passaggio esposto su stretta traccia conduce alla Val de’e Nore. Poco sopra vi è la caratteristica cengia rocciosa chiamata Covale de’e Nore, che si percorre in un ambiente grandioso dominato da balze rocciose e faggete aggrappate alla montagna.
La seconda parte della salita è forse ancor più faticosa della prima, per via della spessa lettiera di foglie di faggio che ricopre il sentiero, che spesso fa scivolare l’appoggio dei piedi e rende ardua la ricerca della via. Buona norma è seguire un percorso logico e diretto, ponendo attenzione a non commettere errori, per approdare finalmente in vista della slanciata Toresela.
Una breve deviazione conduce alla Cima Cuccà, aereo punto panoramico sulla Val di Tovo. Una trincea e alcuni buchi nella roccia ricordano la presa dei soldati austroungarici durante la Strafexpedition del 1916. Con un ultimo sforzo si giunge al Capel del Vescovo, dove si possono visitare gli appostamenti di guerra. Da qui in cinque minuti si sale alla Strada della Cuccà che taglia tutto il versante sud del Monte Toraro. Non molto distante vi è il Bivacco de Germano (o de Piero), accogliente struttura dove si può sostare.
Vale la pena proseguire fino a Malga Campo Azzaron e da qui, per il sentiero 530, salire fino alla panoramica Croce di Toraro (1676ms.l.m). Da qui si gode di una vista privilegiata sulle mastodontiche pieghe rocciose delle Porte di Toraro e la sottostante Valle Cuccà, seguita poco dietro dalla Cima Azarea.
Per il ritorno l’opzione più facile è attraverso il sentiero 530, ben marcato, che permette di scendere verso il Castellone e quindi per la mulattiera militare fino alle Stalle Fraine e la Contrada Facci. In alternativa vi è il Sentiero dell’Azarea, di più difficile individuazione e dal carattere più selvaggio, che taglia i pendii boscosi di Cima Azarea per scendere alle Stalle Tovo e alla Contrada Antinori. Quest’ultimo si innesta sulla Strada della Cuccà, al di sotto delle pareti delle Porte di Toraro. Interessanti sono i resti dei baraccamenti di guerra e alcune gallerie scavate nella roccia. Sovente si incontrano vecchie teleferiche usate per il trasporto del legname a valle, in alcuni casi ancor oggi utilizzate.