Monte Cengìo e Monte Sindio a Torrebelvicino
Risalendo la Val Leogra, una volta giunti a Torrebelvicino, si incontra una stretta della valle: da un lato il massiccio del Novegno con il Monte Enna, dall’altro il profilo bicuspidato dei monti Cengìo e Sindio, reso famoso per l’installazione della stella cometa sospesa più grande d’Europa.
Su questi ultimi monti, che si elevano poco oltre gli 800m di quota, si ritrovano interessanti testimonianze della Grande Guerra: mulattiere, gallerie, osservatori e postazioni di artiglieria; più di un secolo fa erano collegati con il vicino Monte Civillina lungo l’Ortogonale 2, linea difensiva che dalla Catena delle Tre Croci sulle Piccole Dolomiti tagliava prima la Valle dell’Agno risalendo il Monte Civillina, passava per i monti Cengìo e Sindio e attraversava la Val Leogra salendo verso il Novegno.
Un ottimo punto di partenza per salire al Cengìo e al Sindio è la Contrada Riolo, raggiungibile tramite una stretta strada dalla frazione di Pievebelvicino. Da qui i fianchi della montagna calano ripidi con erte balze rocciose e fanno quasi sembrare la salita più difficile di quanto non lo sia in realtà. Dopo aver superato la grande fontana coperta della contrada si segue la strada asfaltata fino a Contrada Casarotti, dove ha inizio la mulattiera che guadagna ala sommità del Monte Cengìo. Quest’ultima è un’opera mirabile dell’ingegneria militare, superando con una fitta serie di tornanti i ripidi fianchi boscati del monte. La pendenza modesta e le brevi serpentine non fanno pesare la salita, rallegrata nel periodo tardo invernale dalle fioriture della flora nemorale, come la rosa di Natale (Helleborus niger) e i bucaneve (Galanthus nivalis).
Giunti ormai verso la cima si aggira uno spigolo che finalmente lascia intravedere uno scorcio sul dirimpettaio Novegno. Poco più avanti, in un tratto più esposto, si trova una rupe rocciosa nei pressi della quale viene posta la testa della cometa. Da qui si nota anche l’ormai vicina cima del Monte Sindio, dove viene collegata invece la coda.
Sulla cima del Monte Cengìo è posta una grande croce che si osserva meglio però da lontano in quanto la cima è completamente boscata. Non molto distante si trova lo spazioso rifugio-bivacco del Gruppo Stella Cometa che cura la realizzazione dell’opera natalizia. All’interno un’ampia tavolata e una stufa rendono l’ambiente accogliente.
Seguendo il sentiero nei pressi della cresta si raggiunge la cima del Monte Sindio, chiamato anche Singìo. Con un breve sentiero esposto ma tutelato da una corda fissa si sale alla vetta, da cui si osserva la sottostante Contrada Riolo e un bel panorama sulle cime delle Piccole Dolomiti. Poco lontano, una galleria di una quarantina di metri con una targa della 113° Compagnia del Genio Zappatori conduce a un osservatorio e a una postazione d’artiglieria, con altrettanti scorci panoramici. Sul versante opposto del monte scende invece la mulattiera del Monte Sindio, scavata in parte nella roccia e con alcuni tornanti, che si collega al Passo di Manfron. Il valico è un quadrivio di strade carrabili: una sale al Monte Cengìo, un’altra scende a Contrada Manfron, la terza prosegue verso il Monte Civillina mentre l’ultima scende nella Valle dei Mercanti sopra Pievebelvicino. Conviene seguire quest’ultima attraverso il bosco, scegliendo poi se rimanere sulla strada o deviare per sentiero. In queste zone vi era la presenza di miniere e cave di caolino, come testimoniano le vecchie case diroccate e le strutture di una teleferica per portare a valle il materiale di estrazione.
Si evita di scendere completamente la Valle dei Mercanti deviando a sinistra per un’altra strada sterrata che conduce al Passo di Riolo, tra le cime appena salite e il Monte Naro. Da questo punto poi mancano solo alcune centinaia di metri per concludere l’itinerario. Il percorso è di circa 7km con poco più di 400 metri di dislivello e attraversa luoghi non molto frequentati; affrontabile tutto l’anno, regala gli scorci migliori in primavera.