San Germano dei Berici e il Monte Lupia
Il Monte Lupia è il colle dal quale si ammira l’intera vista sulla Val Liona e si raggiunge facilmente dal borgo di San Germano dei Berici con un piacevole percorso ad anello lungo il quale si incontrano dei singolari casotti in pietra posti nei pressi di alcuni campi coltivati.
Il punto di partenza dell’itinerario si trova nei pressi della chiesa di San Germano dei Berici, nel cuore della Val Liona, una delle maggiori valli dei Colli Berici. Da qui si inizia a salire decisamente per Via Cengio, all’inizio della quale si trova un capitello dedicato alla Madonna di Monte Berico. A lato della strada l’occhio è colto dal colore giallastro del tufo, roccia che si sgretola con particolare facilità.
Giunti a una svolta secca della via si prende un sentiero sulla sinistra che rasenta il muro di una casa; da qui dopo un ulteriore breve tratto di salita si passa per il complesso di case di Cà Vajenta, dove si trovano un agriturismo e, poco più avanti, un oratorio dedicato Sant’Antonio da Padova.
Al successivo incrocio della strada si tiene la destra per proseguire lungo la stretta strada asfaltata. Al primo tornante che si incontra conviene deviare per un’accorciatoia che sfiora un uliveto per collegarsi nuovamente alla strada precedente. Si attraversa quindi la carreggiata per prendere il sentiero che si nota sul lato opposto che con un ampio traverso in leggera salita inizia a risalire il versante del Monte Lupia.
Ad un certo punto il sentiero si impenna e con stretti tornantini ascende a una nicchia scavata nella roccia dove è posto un piccolo capitello votivo e un libro dove è possibile lasciare la firma del proprio passaggio. Con un ultimo tratto si giunge nei pressi di una piccola dolina con la presenza di rovere e roverella. Mantenendo la destra in breve si raggiunge lo spoglio cocuzzolo del Monte Lupia dove è posta una grande croce in cemento ben visibile anche dal paese sottostante. La vista è splendida e domina la Val Liona, che si presenta come una grande tavolozza di colori. La piccola porzione di prato pendente è sfruttata anche come decollo per chi vola con il parapendio.
Una volta abbandonata la cima vale la pena tornare indietro per proseguire lungo la sella con tratti molto panoramici verso i monti di Grancona. Dopo aver incontrato una casa isolata e aver seguito per un breve tratto una strada cementata si raggiunge l’ampia sommità del Monte Faeo sulla quale sono presenti alcuni vigneti e a lato di questi si notano un paio di casotti in pietra, caratteristiche costruzioni in sasso di pianta circolare usate un tempo come ricovero temporaneo o deposito attrezzi.
Dal Monte Faeo si scende poi per la Strada vicinale dei Roveri seguendo alcuni cartelli, la quale prosegue per un tratto di bosco termofilo dove sono presenti un paio di piccole vasche scavate nella roccia per la raccolta dell’acqua. Giunti su una stradella asfaltata si gira a destra proseguendo fino a una croce in pietra, dove si devia a sinistra su sentiero erboso che raggiunge prima una stalla e poi una contrada tra i prati.
Al termine della strada della contrada si incontra un’altra strada asfaltata che si attraversa per immettersi nel sentiero che scende dal lato opposto.
Con questo sentiero, in comune con l’Alta Via dei Berici, si giunge alla Fontana Marcolin; da qui si attraversa il bosco verso dei prati alternati ad uliveti e vigneti. In questo segmento si incontrano prima il Casotto del Bosco Boro e poco più in alto il Casotto Val de Monte. Tra i due si scorge anche una cisterna interrata per la raccolta dell’acqua con la volta semicrollata.
I terrazzamenti vicini sono costituiti dalle masiere, le mura a secco realizzate con i sassi reperiti in loco.
Seguendo ora il sentiero in falsopiano vale la pena proseguire fino alla diroccata Casa Graziotto dove si nota una vecchia autovettura ormai distrutta e quasi sommersa dalla vegetazione. Poco lontano la pozza d’acqua scavata nella roccia a fianco del sentiero prende il nome di Busa d’acqua di Graziotto. Proprio qui si trova il sentiero che riporta verso l’abitato di San Germano, che scende prima abbastanza ripidamente con stretti tornanti e poi con un traverso verso l’asse di una valletta, all’interno della quale si incontra l’ampia Fontana dei Curii. Lì vicino una fonte sgorga direttamente dalla roccia dove cresce abbondante la capelvenere, mentre appena dietro si apre un piccolo anfiteatro roccioso di una certa bellezza.
Con un ultimo tratto su fondo erboso si torna verso le prime case del paese e quindi su Via Cengio, dalla quale si scende in breve alla piazza di San Germano dei Berici.