Aggressione al semaforo: tutto inventato
Dopo Albettone, un altro caso inventato di rapina da parte di stranieri.
I Carabinieri di Schio hanno infatti denunciato in stato di libertà per simulazione di reato l’automobilista quarantenne – S.C., disoccupato – che aveva raccontato di essere stato rapinato la sera del 14 ottobre al semaforo di Santorso fra via Europa e via dell’Olmo.
La simulazione è stata accertata dai Carabinieri della Compagnia di Schio, guidati dal capitano Vincenzo Gardin, dopo aver consultato il sistema di videosorveglianza presente nel comune di Schio e sentito i testimoni. L’uomo, incensurato, ora rischia una condanna da 1 a 3 anni.
Tutte le verifiche delle forze dell’ordine convergevano nella stessa direzione: l’uomo negli orari indicati era effettivamente a bordo della sua vettura – una Opel Corsa – ma non risultava nessuna aggressione. L’automobilista quindi è stato convocato stamattina in caserma a Piovene Rocchette e, posto davanti all’evidenza delle contestazioni dei militari, ha ammesso di essersi inventato tutto e ha affermato che le lesioni vicino all’occhio, rilevate durante l’intervento dei Carabinieri, era la conseguenza di un’uscita di strada, avvenuta quella stessa sera e causata dal mancato uso delle cinture di sicurezza. In sostanza, l’uomo ha detto di aver battuto con la testa addosso allo specchietto retrovisore dell’auto. Sui motivi per cui si sarebbe inventato l’aggressione, il Comandante della Compagnia di Schio non si è sbilanciato.
Il quarantenne quella sera poco dopo l’accaduto era entrato nel locale Calice d’Oro raccontando la rapina e aveva poi chiamato i Carabinieri, ai quali aveva spiegato che poco prima delle otto la sua auto ferma al semaforo era stata circondata da due africani che, nel tentativo di rapinarlo, lo avevano anche colpito al volto con un pugno, sottraendogli 20 euro dalle tasche dei pantaloni e poi fuggendo. L’uomo, che presentava un taglio vicino all’occhio, si era recato anche all’ospedale di Santorso per le cure del caso. Sentito successivamente, non aveva voluto però sporgere denuncia, pur confermando ancora una volta i fatti. L’incrocio si trova a poche centinaia di metri dall’hotel Duca D’Este, che ospita 28 richiedenti asilo e quanto accaduto era stato immediatamente raccontato su Facebook dal consigliere comunale di minoranza di Santorso, Giuseppe De Marchi, scatenato, sui social e in paese, moltissimi commenti e polemiche. Che di sicuro non mancheranno neanche ora.