Il centro sociale Arcadia apre i Chiostri di San Francesco ai senzatetto contro il freddo
Gli attivisti del centro sociale Arcadia hanno riaperto stasera i Chiostri di San Francesco a Schio con l’intenzione di ripulirli “per metterli a disposizioni di chi, in questi giorni con temperature sotto zero, è costretto a passare la notte in strada”.
E’ di pochi giorni fa la notizia, data dal Giornale di Vicenza, che all’interno dei locali dell’ex ospizio erano stati trovati resti di una chiara e pure recente presenza di persone, indicazione del fatto che qualcuno aveva eletto autonomamente i locali, di proprietà del Comune, a ricovero contro il gelo dell’inverno. La struttura ospita al piano superiore l’Accademia musicale di Schio e all’interno l’impianto di riscaldamento attivo aveva reso vivibili gli spazi (il riscaldamento è centralizzato e il sindaco Valter Orsi ha supposto che qualcuno lo abbia fatto ripartire anche nella zona non utilizzata, che risultava accessibile e senza serrature). Accedere ai chiostri insomma deve essere stato abbastanza agile, anche se è difficile dire quante persone e da quanto tempo possono averci vissuto. Incomprensibile anche che nessuno si sia accorto prima dell’uso degli spazi da parte di persone non autorizzate. Dopo la notizia, Orsi nei giorni scorsi aveva fatto mettere in sicurezza l’edificio e annunciato una loro nuova destinazione d’uso, da definire entro l’anno: sede di associazioni e stanze per i pellegrini della “Romea Strata”.
Ora giunge il blitz degli attivisti di Arcadia: “L’utilizzo di stabili abbandonati come rifugio dalle temperature polari esterne, fa emergere come in questo periodo la disponibilità dei posti letto nei dormitori sia messa in difficoltà dalla forte richiesta di questo servizio. Ad oggi a Schio esiste un dormitorio attivo, 20 posti letto” spiegano in una nota.
“A Vicenza e in tutta la provincia le strutture che danno ospitalità ai senzatetto sono giunte al limite. L’aumento delle persone che chiedono ospitalità nei dormitori o che si ritrovano all’addiaccio è anche consequenziale alla chiusura delle stazioni ferroviarie, dove fino a poco tempo fa alcuni riuscivano a trovare un minimo di protezione” sottolinea il comunicato. “Riteniamo sia compito nostro e di tutti i cittadini – continuano gli esponenti di Arcadia – fare rete per aiutare coloro che per scelta o per sorte si ritrovano a vivere questa condizione. Solo la scorsa settimana il freddo ha mietuto 8 vittime in 48 ore. L’apertura di questo spazio vuole essere temporanea e fino alla fine della stagione fredda, quando le temperature saranno gradevoli. Vorremmo fosse uno strumento in più a tutte quelle persone che necessitano di un aiuto e un rinforzo, quando necessario, per tutte le strutture e le realtà che gestiscono e promuovono un’accoglienza a chi si ritrova in mezzo ad una strada”.
Gli attivisti chiedono quindi un incontro con il sindaco Orsi e con l’assessore al sociale Cristina Marigo, “per discutere assieme la possibilità di dare una risposta concreta ai bisogni di chi si trova in grave difficoltà e in condizione di emarginazione. Chiediamo di ascoltare la nostra proposta di tenere aperto questo spazio fino alla fine dell’inverno; ci proponiamo di gestire questi locali al momento vuoti e inutilizzati, di risistemarli e fare i lavori di manutenzione, a spese nostre, per poi poterli riconsegnare ai cittadini e alle realtà associative che necessitano di sedi”. E lanciano un appello “al senso di responsabilità e solidarietà dei cittadini, partecipando ognuno a proprio modo per restituire pari dignità a tutti e iniziando con buone pratiche a far sì che nessuno rimanga ‘invisibile’ “.
Dopo il blitz, ora la palla passa quindi nelle mani del primo cittadino: farà sgomberare gli attivisti o li incontrerà? La vicenda, pare solo alle prime puntate.