CineMachine | The Village
REGIA: M. Night Shyamalan
CAST: Bryce Dallas Howard, Joaquin Phoenix, Adrien Brody, Sigourney Weaver, William Hurt, Jesse Eisenberg, Brendan Gleeson
GENERE: Thriller, horror, drammatico
DURATA: 108 minuti
DATA DI USCITA: 30 luglio 2004 (Stati Uniti)
Ritorna la nostra rubrica di consigli con un titolo ai più, forse, sconosciuto ed a cui tengo in modo particolare. Bando alle ciance ed iniziamo subito.
Dato il successo che Split sta riscontrando nelle sale cinematografiche italiane, mi sembrava bello riscoprire un regista che si era andato un po’ a perdere negli ultimi anni, ma che sembra essere tornato alla carica con le sue ultime due pellicole, ovvero The Visit (2015) e, il già citato, Split (2017). Il regista di cui sto parlando è M. Night Shyamalan e il suo film che oggi vi vorrei consigliare è The Village del 2004.
Tralasciando i caratteri registici e personali di Shyamalan, rimandandoli possibilmente ad uno spazio specifico a lui dedicato, mi concentrerò più sul film preso come riferimento per questo articolo.
Partiamo dalla trama: la storia è ambientata in un villaggio americano del XIX° secolo, dove vivono diverse famiglie, tra le quali quella di Ivy Walker (Bryce Dallas Howard), una ragazza cieca a cui tutti vogliono molto bene. Ivy è la figlia di uno dei capi villaggio, denominati “anziani”, e sembra molto affezionata ad un ragazzo alquanto ambiguo e silenzioso, ovvero Lucius Hunt (Joaquin Phoenix), il quale ha espresso il desiderio di volersene andare dal villaggio.
Nota fondamentale di tutto il film è il fatto che questo villaggio sia totalmente circondato da un’enorme foresta dove, si narra, si celino delle creature mostruose pronte ad uccidere chiunque provi ad avventurarcisi. Lucius però appare incredulo verso tali credenze e non si scoraggia, fin quando Noah Percy (Adrien Brody), un ragazzo con seri disturbi mentali, lo accoltella, spinto dalla gelosia provocata dalla vicinanza tra Ivy e Lucius. Dopo questo “incidente” che riduce in fin di vita Lucius, Ivy decide di partire alla volta della foresta, sperando di raggiungere la città e di recuperare così i medicinali necessari per rimettere in sesto il suo amato.
Non scendo nei dettagli, perché rischierei di rovinarvi il film, ma i colpi di scena ci saranno e vi lasceranno a bocca aperta.
The Village è forse l’opera migliore di M. Night Shyamalan, addirittura azzardo a dire che l’ho trovata anche migliore di Il Sesto Senso. Il motivo di tale affermazione sta nel fatto che nel film si riscontrano dei messaggi più espliciti e più impegnati, rispetto a quelli più “sensitivi” del secondo film menzionato.
Attraverso dei piani sequenza intensissimi ed equilibrati e delle scelte di messa in scena veramente spettacolari, Shyamalan riesce a far percepire, al suo pubblico, la tensione, il timore della chiusura che è data dalla terrificante boscaglia, la quale si proietta perfettamente su quelle che erano e sono tutt’oggi le paure delle persone. Quelle paure che ci fanno prendere le distanze da ciò che riteniamo pericoloso o che, molto semplicemente, ci ha ferito o danneggiato. Da una parte si può considerate la foresta come il simbolo di questo distacco che da una parte ci lascia, apparentemente, in sicurezza, ma, d’altra parte, ci lascia isolati da tutto e da tutti. È il chiaro messaggio di protesta di Shyamalan all’USA Patriot Act del 2001 e che potrebbe essere completamente “rinnovato” dopo le decisioni di Donald Trump di vietare l’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini iraniani.
Nel bene o nel male, creiamo ogni giorno delle barriere che, da un lato, ci fanno sentire protetti, ma, dall’altra parte, ci allontanano dalle verità scomode della nostra vita e il film si potrebbe riferire, dal mio punto di vista, sia ad una sfera socio-politica, sia ad una sfera più intima ed emotiva. La cosa più importante che emerge è che di questo isolamento ne pagano anche i figli, ovvero coloro che sono nati e cresciuti all’interno di questo contesto. È insita in loro una voglia di emergere, di uscire dai limiti prescritti, ma questi sono cosi permeati nella loro mentalità da non permettergli di fuoriuscire realmente da essi.
Interessante notare come la nostra protagonista, pur essendo totalmente privata della vista, sia colei che alla fine vuole e riesce ad entrare nella foresta, affrontarla e vincerla in qualche modo. Proprio colei che, non vedente, riesce, alla fine, a vedere la verità, a smascherare tutti quei sotterfugi e menzogne che, inconsapevolmente, l’accompagnavano fin dall’infanzia. Lo stesso padre la elogia per questa sua forza d’animo, dicendole: “Tu hai grande forza Ivy. Tu sai guidare chi sa solo seguire. Vedi la luce quando intorno hai solo tenebra”.
Le tenebre che spesso ci avvolgono, sono spesso proiezioni delle nostre paure e dei nostri timori e sono proprio queste a metterci sulla difensiva, cercando di difendere noi stessi e anche coloro che ci sono più cari, come i nostri amici o i nostri figli. La mente rimane chiusa, avvolta da un velo tenebroso di fragilità, simbolo di quella non-volontà di affrontare i pericoli e le paure della vita, creandone delle altre più fittizie.
The Village è un titolo che verrà sicuramente conservato nella mente dello spettatore. Un film che non è da ritenersi un vero e proprio horror, ma un qualcosa di più prezioso.