Controlli sul lavoro in nero: 13 locali su 14 ispezionati in provincia risultano irregolari
Il dato è impietoso: in 13 su 14 imprese commerciali ispezionate nella provincia di Vicenza sono state rilevate gravi infrazioni in tema di “lavoro nero” e altre irregolarità in materia di sicurezza e salute dei dipendenti. Questo il bilancio davvero… nero di una serie di controlli straordinari effettuati dai carabinieri del capoluogo, appartenenti al Nucleo Ispettorato del Lavoro. Sotto la lente degli investigatori in particolare alcuni locali notturni e centri massaggi, non nuovi a modus operandi al limite della legalità. Le violazioni si tradurranno in ammende pecuniarie per un ammontare vicino ai 170 mila euro.
La verifica ha interessato in tutto 14 attività commerciali, con specifico riferimento a esercizi interessati dalla movida notturna, discopub e locali da ballo in genere. Un quasi en plein di posizioni irregolari dopo i riscontri dei militari, che segnalano inoltre la presenza di un locale del tutto sconosciuto alla pubblica amministrazione e ora oggetto di ulteriori accertamenti. Si tratta di un centro massaggi abusivo, senza le licenze e i permessi richiesti per esercitare questo tipo di attività, posta ora sotto sequestro.
Guardando alle altre cifre sciorinate nel rapporto offerto alla stampa, i dati mostrano come 25 dei 39 lavoratori sottoposti a minuzioso controllo siano risultati operatori irregolari, mentre altri 8 di fatto “assunti” – si fa per dire – in nero, senza dunque contratto nè alcuna forma di tutela. Sospese le attività di tre aziende, nella fattispecie una discoteca, un bar e una terza non meglio precisata attività di commercio, appunto per l’impiego di manodopera in nero. Riguardo ad imprenditori e amministratori sotto indagine, sono 12 quelli denunciati in stato di libertà, per reati connessi a violazioni in materia di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro ed altre irregolarità di minore entità.
Contestate agli stessi violazioni penali e amministrative per un ammontare complessivo di circa 170 mila euro, tra ammende e sanzioni. Recuperati, infine, gli importi dovuti per contributi previdenziali e premi assicurativi per circa 4 mila e 500 euro.