Eccidio di Schio, l’Anpi di Malo contesta il Patto di Concordia Civica

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Foto tratta dal sito patriaindipendente.it

Dodici anni dopo la sua firma, il Patto di Concordia Civica siglato nel 2005 da associazioni partigiane, comune e parenti delle vittime dell’eccidio di Schio crea distanze anche tra le sezioni vicentine dell’Anpi, l’associazione nazionale dei partigiani. Capofila del malumore è la sezione di Malo, che sulla questione dichiara di aver già preso contatti con altre sezioni e di aver intenzione di prenderne anche nelle prossime settimane.

“Il patto – spiega il presidente Giorgio Dal Ponte – è stato fatto frettolosamente senza discussioni con le sezioni e con i familiari dei caduti partigiani, la gente è stata messa di fronte al fatto compiuto»; ci sarebbe invece bisogno di «un discorso nella nostra zona e bisognerebbe coinvolgere tutti gli iscritti». La sezione maladense chiede dunque «al comitato provinciale di azzerare il patto di concordia; gli episodi non si cancellano con una firma”.

La dichiarazione avviene a ulteriore commento di un comunicato datato 13 luglio (vedi sotto) e condiviso ufficiosamente in rete, a quanto sembra, solo verso la fine del mese; la sezione maladense ne conferma comunque adesso l’autenticità. Nel testo redatto si chiedeva a tutte le sezioni del territorio “una severa riflessione che abbia come obiettivo la messa in discussione” del patto stesso, accusato di venir meno a “una delle [sue] condizioni qualificanti” per la presenza, durante le manifestazioni annuali di luglio, di gruppi di stampo fascista; alla segreteria provinciale dell’Anpi si chiedeva invece “un’energica assunzione di responsabilità che vada in tal senso e non escludendo, in caso contrario, forme di autosospensione dall’Associazione”.

Su quest’ultima questione entrambi i presidenti Anpi coinvolti nella faccenda – Malo e provincia – smorzano i toni una volta contattati: l’autosospensione, spiega Danilo Andriollo da Vicenza, “non è prevista nello statuto e non se ne capirebbe neppure il significato”;  ma la presa di posizione è comunque stata registrata e verrà discussa in settembre alla prossima riunione del comitato provinciale.

Andriollo si dichiara convinto che alla fine non ci saranno “azioni unilaterali” e sul mancato coinvolgimento delle Anpi del territorio vicentino lamentato dalla sezione di Malo parla di “polemica superata”: “all’epoca ci fu un congresso provinciale che legittimò il patto”. Ad oggi dunque l’adesione a quel documento rimane confermata: “una posizione che non c’è motivo di mettere in discussione, come già fatto l’anno scorso per la vicenda della medaglia a Valentino Bortoloso”.

Valentino Bortoloso “Teppa” è, com’è noto, l’ultimo componente ancora in vita del gruppo partigiano che nel luglio 1945 entrò nelle carceri di Schio e aprì il fuoco sui detenuti uccidendone 54. L’anno scorso suscitò clamore la decisione del Ministero della Difesa di conferirgli una medaglia, poi revocata, al valor resistenziale. Ma il nome dell’ex partigiano ha avuto poi una seconda risonanza nazionale all’inizio di quest’anno in occasione della personale riconciliazione con Anna Vescovi, figlia del Commissario Prefettizio Giulio Vescovi morto nell’eccidio.

Proprio da quella riconciliazione, avallata anche dall’Anpi vicentina, Giorgio Dal Ponte vorrebbe si ripartisse: “è stato un atto sincero, partito da loro due, più solido del patto”.

(di Alessandro Pagano Dritto, Twitter: @Ale_Pag_)

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COMUNICATO SEZIONE ANPI BRIGATA ISMENE MALO
In data 13 luglio 2017 il Direttivo della Sezione Anpi “Brigata Ismene” di Malo ha concordato il seguente comunicato al fine di richiamare l’attenzione riguardo all’ennesima provocazione fascista verificatasi il giorno della Messa per le vittime dell’eccidio celebratasi venerdì 7 luglio scorso, con la presenza di ben organizzate squadre di camicie nere all’interno del Duomo di Schio.
Ancora una volta dobbiamo constatare il mancato rispetto di una delle condizioni qualificanti del Patto di Concordi Civica siglato nel 2005,ovvero il terzo punto che afferma “non vi sia alcuna manifestazione di stampo nazifascista e che nonriconosce a nessuno che pratichi quell’ideologia il diritto a parlare a nome dei famigliari delle vittime dell’eccidio”.

Invitiamo quindi tutti i compagni dei mandamenti e delle sezioni vicentine ad una severa riflessione che abbia come obbiettivo la messa in discussione del suddetto Patto, richiamando la Segreteria Provinciale ad una energica assunzione di responsabilità che vada in tal senso e non escludendo,in caso contrario, forme di autosospensione dall’Associazione.

Proprio alla luce dell’allarmata recente nota del Presidente nazionale dell’Anpi (Anpi news n.252-4/11 luglio 2017) riguardo alla sempre più pervasiva presenza di rigurgiti neofascisti in varie località italiane (blitz di Casapound a Palazzo Marino a Milano,il famigerato caso della “spiaggia nera” di Chioggia,il risultato elettorale di Casapound a Lucca,l’elezione nel piacentino di una consigliera comunale di una lista ispirata ai fasci littori nonché la nomina nei giorni scorsi di un assessore dichiaratamente nazifascista presso il comune di Monza…), riteniamo sia giunto il momento dell’intransigenza e della non accettazione di un patto che così come si sta delineando in questi anni appare come un avallo a sempre più aggressive iniziative di stampo fascista. Un fraterno saluto. I compagni del direttivo della sezione Anpi Bigata Ismene di Malo.