Giro di fatture false, Finanza sequestra beni e denaro per 570 mila euro
Nei giorni scorsi i militari della Guardia di Finanza della Compagnia di Bassano del Grappa hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vicenza Roberto Venditti (le indagini sono coordinate dal pm Giovanni Parolin).
I Finanzieri bassanesi, in particolare, hanno eseguito un sequestro preventivo di conti correnti, titoli e immobilli nei confronti di una società con sede a Rosà e del suo legale rappresentante. Fra i beni sequestrati, anche una lussuosa villa.
Le indagini erano partite da una normale verifica fiscale avviata a seguito di una frode avvenuta in Lombardia e che riguardava l’emissione di fatture false. L’azienda di Rosà aveva inserito infatti nella dichiarazione dei redditi del 2013 e del 2014 una serie di costi che le Fiamme Gialle ritengono fittizi, attraverso l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per circa 1,2 milioni di euro. Glli agenti della polizia tributaria ritengono che le fatture siano riconducibili a costi in realtà mai sostenuti in quanto riguardavano acquisti effettuati da una società “cartiera”. Della frode faceva parte anche un autotrasportatore bergamasco che emetteva sistematicamente documenti falsi che attestavano il
trasporto della merce indicata nelle fatture per operazioni inesistenti. a svelare la truffa è stato l’incrocio dei dati relativi alle celle telefoniche agganciate dal telefono cellulare dell’autotrasportatore e quelli dei cronotachigrafi dell’unico mezzo che questi aveva a disposizione: non risultava insomma nessuno spostamento di merce.
Attraverso queste operazioni fasulle la società avrebbe quindi evaso l’imposta sul reddito delle società per 320 mila euro e avrebbe beneficiato di un indebito credito Iva per altri 250 mila.
L’intera operazione delle Fiamme Gialle si è sviluppata facendo leva sulle peculiari funzioni di polizia economico-finanziaria ed è stata condotta tanto sotto il profilo amministrativo-tributario quanto sotto quello penale, con il conseguente sequestro preventivo di patrimonio per un importo equivalente a quanto dovuto all’Erario, nei limiti del profitto dell’attribuito reato di evasione, della società e dell’imprenditore. Confisca che diventa obbligatoria nel caso in cui il procedimento penale si concluda con la condanna dell’indagato.