Inchiesta BpVi, 50 mila euro per l’accesso agli atti. Associazioni scrivono al ministro
Un milione di pagine, mezzo terabyte di documenti in formato digitale: queste le dimensioni degli atti depositati nei giorni scorsi dal procuratore aggiunto Orietta Canova, titolare dell’indagine a conclusione delle indagini preliminari per il crack della Banca Popolare di Vicenza.
Deposito che coincide con la possibilità per le risparmiatori e avvocati di venirne finalmente in possesso. Peccato che l’accesso a questi atti da parte delle difese o di chi si costituirà parte civile abbia un costo esorbitante, fra i 50 e i 70 mila euro. Per questo oggi Luigi Ugone, presidente dell’associazione “Noi che credevamo nella Banca Popolare di Vicenza” ha scritto al ministro della Giustizia Andrea Orlando.
Pregiatissimo Ministro Orlando,
come Lei sa, in queste ore si è chiusa parte dell’indagine BPVi alla Procura di Vicenza.
Con la presente per evidenziare che, seppur la Procura ha meritevolmente preparato un vademecum per le associazioni dei risparmiatori e per i risparmiatori e ci fornisce qualche documento interessante, comunque il costituirsi parte civile nello stesso processo e poter avere accesso al milione e più di pagine d’indagine, ha l’abominevole costo di più di 50.000 euro.
In considerazione di quanto sopra, Le chiedo, come rappresentante di un’associazione senza scopo di lucro, di potermi inserire come parte civile nel processo col patrocinio gratuito al fine di poter divulgare ai quasi 2.000 soci che rappresento e a qualunque altro interessato i documenti che necessitano.
Io e i miei associati attendiamo Suo cordiale riscontro.
Cordiali saluti
Luigi Ugone
Intanto ieri il Senato ha approvato il disegno di legge di conversione del decreto sulle banche venete: il governo ha chiesto il voto di fiducia e il decreto è passato, così come approvato alla Camera, con 148 si, 91 no e nessun astenuto. Il provvedimento ora è quindi legge. Durante le dichiarazioni di voto, protesta del Movimento 5 Stelle.