Miteni, iniziata nel Poscola la rimozione dei rifiuti. Pfas oltre i limiti per i ragazzi del Basso Vicentino
Sono iniziate oggi sugli argini del torrente Poscola a Trissino le operazioni di rimozione delle sostanze rinvenute dai tecnici ambientali Miteni il 25 gennaio scorso nel corso di una operazione di caratterizzazione del sottosuolo al di fuori dello stabilimento. Le operazioni si svolgono alla presenza dei tecnici ambientali Miteni, del perito incaricato della Procura di Vicenza, dei tecnici Arpav, del Genio civile, del Comune di Trissino e del Consorzio Alta Pianura Veneta. Dureranno alcuni giorni. Loperazione di rimozione esplora in modo dettagliato tutta la zona del ritrovamento per identificare con precisione larea su cui intervenire.I materiali oggetto della rimozione sono stati sepolti presumibilmente tra gli anni Settanta e Ottanta.
Intanto stanno arrivando via posta in tante famiglie i risultati delle analisi a cui sono stati sottoposti gruppi di ragazzi. A comunicarlo è la consigliera regionale del lista Alessandra Moretti Presidente, Cristina Guarda. “In queste ultime settimane – afferma in una nota – molte famiglie di Lonigo e della zona rossa contaminata dai pfas sono in grave preoccupazione: i loro figli sono stati i primi ad essere sottoposti al monitoraggio sulla popolazione per verificare l’incidenza dei pfas sulla salute umana. Negli ultimi venti giorni hanno ricevuto via posta i risultati, con una lettera in cui si elencano le concentrazioni di pfas, ben sopra i limiti previsti, e i valori analizzati, oltre alla promessa di essere richiamati per una visita specialistica. Un’indicazione standard quest’ultima, a cui non è stato dato seguito: non c’è stato alcun aiuto nella lettura dei risultati così come nessuna chiamata nei casi più preoccupanti e nessuna visita specialistica”.
“Sono molte le famiglie che mi hanno interpellata in quest’ultimo periodo – aggiunge la Guarda – tutte ancora più preoccupate e confuse di prima. Come devono agire i genitori, ora coscienti del livello di pfas nel sangue dei loro ragazzi e magari anche di alcuni valori fuori norma? Va ricordato che il monitoraggio non aveva, come unico scopo, quello della verifica dell’incidenza dei pfas sulla nostra salute, ma anche di assistere i cittadini, accompagnandoli nella gestione di eventuali patologie e concentrazioni elevate. Ho contattato immediatamente l’assessore alla sanità per aggiornarlo, chiedendo un suo intervento per far sì che il monitoraggio sia di aiuto e non temuto. L’assessore ha garantito un immediato intervento e mi auguro che davvero si arrivi a dare indicazioni non solo ai genitori dei ragazzi monitorati, ma a tutti noi cittadini su cosa fare per proteggerci maggiormente da questa contaminazione”.